“Ti farò fare una finaccia”: tunisino perseguita carabiniere in congedo
Un’escalation di minacce e aggressioni nel cuore dell’entroterra maceratese
MACERATA – Una vicenda inquietante che affonda le radici in un apparente dissidio di vicinato, ma che, secondo l’accusa, ha assunto i contorni di una vera e propria persecuzione. A finire sul banco degli imputati è un cittadino tunisino di 61 anni, accusato di stalking nei confronti di un carabiniere in congedo 65enne e di sua moglie. I fatti si sono verificati nel 2024 in un Comune dell’entroterra maceratese e sono ora al vaglio della magistratura.
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L’accusa: inseguimenti in auto, minacce e sputi
Secondo quanto ricostruito dal sostituto procuratore Rosanna Buccini, la situazione avrebbe raggiunto il culmine il 18 agosto 2024, quando l’uomo avrebbe tentato di speronare l’auto del militare in congedo, invadendo la corsia opposta. Solo una brusca manovra ha evitato l’impatto frontale. Una condotta che – sempre stando all’accusa – non sarebbe stata isolata.
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Due settimane dopo, un nuovo episodio: la vittima e la moglie stanno uscendo di casa quando, sempre secondo la Procura, il 61enne li avrebbe avvicinati in retromarcia e li avrebbe minacciati apertamente. Ma non finisce qui. Il tunisino avrebbe anche sputato contro la coppia, causando alla donna uno stato di shock tale da rendere necessario il ricorso a cure mediche.
Il culmine delle minacce sarebbe arrivato il 16 ottobre 2024, quando l’imputato avrebbe rivolto al carabiniere in congedo una frase agghiacciante: «Ti farò fare una finaccia».
La denuncia e il procedimento penale
I coniugi, stremati dalla tensione e dal clima di paura, hanno deciso di rivolgersi alla giustizia. La denuncia è stata formalizzata alla Procura di Macerata, che ha dato avvio agli accertamenti. A seguito delle indagini, il Pm Buccini ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e ha successivamente richiesto il rinvio a giudizio.
L’udienza preliminare è stata fissata per il 17 dicembre 2025 davanti al Gup del Tribunale di Macerata. L’imputato – che nel frattempo è detenuto nel carcere di Ascoli Piceno per altre vicende giudiziarie – sarà difeso dall’avvocato Simone Matraxia.
Un clima insostenibile: “La vita di famiglia è cambiata”
La Procura contesta al 61enne la violazione dell’articolo 612 bis del codice penale, che punisce chi, con comportamenti reiterati, mina la serenità psicologica altrui o costringe le vittime a cambiare radicalmente la propria vita.
È proprio questo che, secondo l’accusa, sarebbe accaduto: la famiglia della vittima avrebbe modificato profondamente le proprie abitudini, costretta a convivere con un perenne stato di ansia e timore. Una situazione che ha spinto la magistratura a intervenire con fermezza.
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