TFS: Promesse Infrante e sentenza Consulta Ignorata. Continuano i Pagamenti Ritardati. Come funziona l’Anticipo della Buonuscita Inps
In situazioni di forte tensione su vari temi, un annuncio governativo può temporaneamente placare le acque, dividendo gli oppositori e spostando l’attenzione dal problema alla soluzione proposta. Questo processo, purtroppo, spesso porta a un ciclo in cui le promesse non si concretizzano, ma servono solo a guadagnare tempo e a distogliere l’attenzione da emergenze più pressanti.
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Un esempio significativo di questo fenomeno è la questione del Trattamento di fine servizio (Tfs) per i pensionati della pubblica amministrazione in Italia. A differenza del Trattamento di fine rapporto (Tfr) dei dipendenti privati, il Tfs non viene pagato immediatamente al pensionamento, ma può richiedere fino a sette anni per essere erogato. Questa disparità è stata bocciata dalla Corte Costituzionale, la quale ha sottolineato che non esiste una differenza sostanziale tra Tfr e Tfs.
Di fronte alla pressione dei lavoratori e dei sindacati, il governo italiano ha proposto una soluzione temporanea: anticipare il Tfs sotto forma di prestito, con lo Stato che si accolla i costi bancari. Tuttavia, questo annuncio si è rivelato essere solo una mossa temporanea, insufficiente a risolvere il problema a lungo termine. L’attenzione si è poi spostata su altri temi, come i nuovi fondi per i contratti del pubblico impiego e il ricalcolo delle pensioni per alcuni lavoratori pubblici.
come funziona anticipo INPS
L’Inps ha registrato un notevole incremento nelle richieste di anticipi del Tfs a tasso agevolato, destinati agli ex dipendenti pubblici. In meno di un anno, l’istituto ha ricevuto circa quindicimila domande, con due terzi di queste (diecimila) già accettate e le restanti cinquemila respinte per vari motivi.
Questi anticipi del Tfs, offerti a un tasso di interesse dell’1%, sono stati una risposta tangibile alla lunga attesa affrontata dai pensionati statali per il loro Tfs. Per mettere in prospettiva, l’importo medio erogato si aggira intorno ai 66mila euro, un significativo sollievo finanziario per molti pensionati.
In questo contesto, i prestiti offerti dall’Inps rappresentano una soluzione intermedia, più rapida e meno dolorosa, per i pensionati statali, rispetto alle alternative bancarie che, seppur disponibili, presentano tassi di interesse più elevati.
L’Inps ha avviato questa iniziativa a febbraio con una dotazione di 300 milioni di euro, di cui metà sono già stati impegnati. Si prevede che ci saranno coperture sufficienti per soddisfare le domande future, senza la necessità di un “click day”.
Per quanto riguarda il funzionamento dettagliato dei prestiti, solo gli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali possono richiederli. Oltre al tasso di interesse dell’1%, è prevista una ritenuta dello 0,5% per le spese amministrative. I tempi di lavorazione delle domande possono estendersi fino a 180 giorni, e dopo l’accettazione della proposta da parte dell’Inps, non è possibile recedere dal contratto né estinguere anticipatamente il finanziamento.
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