Editoriale

Taiwan: "Caccia e navi cinesi hanno attraversato la linea mediana dello Stretto"

Proseguono le maxi manovre militari intorno all’Isola da parte della Cina come risposta alla visita della speaker della Camera Usa Nancy Pelosi. Il governo taiwanese denuncia che i mezzi militari di Pechino hanno superato “la linea mediana di demarcazione” nello Stretto. La Russia: “La Cina ha il diritto di svolgere esercitazioni militari intorno a Taiwan”.

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Venerdì mattina alcune navi e aerei militari cinesi hanno attraversato la linea mediana dello stretto di Taiwan, quello che divide l’isola dalla Cina: è una specie di confine marittimo tra le due parti, e il ministro della Difesa taiwanese ha detto di considerare il suo attraversamento, e più in generale le esercitazioni in corso, una grossa provocazione da parte della Cina. Il fatto avviene a distanza di alcuni giorni dalla visita a Taipei della Speaker della Camera Usa Nancy Pelosi, che Pechino ha deciso di sanzionare. Misure non meglio specificate sono state prese anche nei confronti dei “suoi familiari più prossimi”, comunica in una nota il ministro degli Esteri cinese.

Taiwan non sarà l’ultimo tassello del sogno di espansionismo cinese”, ha affermato il ministro degli Esteri taiwanese, Joseph Wu. In un’intervista alla Bbc, Wu ha avvertito “la comunità internazionale e i Paesi della regione” affinché “stiano attenti a quello che la Cina sta cercando di fare”. Il ministro ha anche ribadito l’impegno dell’isola a mantenere lo “status quo”. Nonostante sia di fatto indipendente, Pechino la considera infatti parte del suo territorio e ambisce ad annetterla.”In molti hanno iniziato a pensare che non ci si possa permettere che Taiwan venga occupata dalla Cin perché oggi ogni macchina o prodotto importante ha bisogno di chip”e vengono da Taiwan”, ha detto Wu. “Senza questa industria l’economia internazionale ne risentirà”, ha concluso.

Le reazioni di Russia e Stati Uniti

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha accostato quanto sta accadendo nell’isola con la situazione in Ucraina, e affermato che Pechino, con cui è alleata, ha diritto di svolgere esercitazioni militari intorno a Taiwan. “La partnership strategica tra Mosca e Pechino è uno dei pilastri del movimento per il trionfo del diritto internazionale”, ha detto all’agenzia Interfax il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in occasione della riunione ministeriale dell’Asean in corso in Cambogia.

In Cambogia c’è anche il segretario di Stato Usa Anthony Blinken, che si è espresso con toni molto diversi. “Non vi è alcun pretesto per iniziare queste esercitazioni“, ha detto il capo della diplomazia americana parlando di una “escalation significativa” nell’area.

Sulla questione è intervenuto ancheil premier giapponese Fumio Kishida chiedendo lo “stop immediato alle esercitazioni” militari cinesi intorno a Taiwan. Una presa di posizione che non è piaciuta affatto a Pechino, che ha convocato l’ambasciatore nipponico.

La prova di forza di Pechino

Le esercitazioni cinesi hanno coinvolto mezzi marittimi e aerei posizionati tutto intorno a Taiwan, che si è trovata di fatto circondata e soggetta a un blocco navale. Nell’ambito di questa prova di forza, l’esercito cinese ha anche lanciato 11 missili balistici nei pressi dell’arcipelago taiwanese di Matsu, portando l’Isola ad attivare i sistemi difensivi per prepararsi a ogni evenienza.

Dure reazioni sono arrivate dai governi di tutto il mondo. L’Alto Rappresentante dell’Unione europea Josep Borrell si è detto “preoccupato per le azioni minacciose della Cina intorno a Taiwan”. I ministri degli Esteri del G7 hanno, invece, sottolineato come sia “ingiustificato” utilizzare la visita della speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi a Taiwan come “pretesto per azioni militari aggressive, dato che è normale per i parlamentari dei nostri Paesi viaggiare a livello internazionale”. La Cina, però, non la pensa così. Quella di Pelosi, terza carica istituzionale in Usa, è stata la prima visita di una figura politica americana del suo livello dopo 25 anni, e Pechino, che considera Taiwan una “sua provincia ribelle”, l’ha ritenuta una provocazione e un’ingerenza inaccettabile “negli affari interni nazionali”.

Fonte Adnkronos

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