Politica

STATALI AUMENTO DI STIPENDIO ANCHE IN CAMBIO DI ORARI PIU’ LUNGHI

(di Andrea Bassi) – Non soltanto gli incrementi di stipendio, anche gli orari di lavoro potrebbero entrare nel negoziato tra sindacati e governo nella discussione sul rinnovo del contratto del pubblico impiego.

Una delle ipotesi che inizia a farsi strada in queste ore, sarebbe quella di rendere più flessibile l’orario, portandolo da 36 fino a 40 ore settimanali come nel privato, ma dando la possibilità ai singoli dipendenti di scegliere autonomamente se continuare a lavorare lo stesso numero di ore attuali o di incrementarle.

In questo secondo caso, ovviamente, ci sarebbe un incremento maggiore della busta paga. La proposta sarebbe arrivata da una parte del fronte sindacale, ma sarebbe vista con interesse dal governo, che tra i suoi obiettivi ha quello di recuperare parte del gap delle ore e dei giorni lavorati rispetto alla media europea. Sul tema degli orari ieri è intervenuta anche la Cisl. «Occorre superare la legge Brunetta», ha detto il segretario confederale Maurizio Bernava, «ridando spazio alla contrattazione su materie come la flessibilità, gli orari di lavoro, l’organizzazione, la mobilità». Tecnicamente il confronto dovrà avvenire in sede Aran.

La scadenza per queste trattative “tecniche” è stata fissata per il prossimo 15 settembre, poi il ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, convocherà entro la fine del mese una riunione politica con i vertici dei sindacati per provare a trovare un accordo definitivo. Il nodo più delicato da sciogliere resta quello delle risorse. Al momento il governo ha stanziato 300 milioni di euro, mentre altri 300 milioni sono quelli messi a disposizione dagli enti locali per il rinnovo. (Messaggero.it)

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