Industria Difesa

Slovacchia, sfida a due per i carri leggeri: Tulpar contro CV90120

Il ministero della Difesa stringe il cerchio

La Slovacchia ha ristretto la rosa dei candidati per il suo programma di carri armati leggeri a due soli contendenti: l’Otocar Tulpar turco e il CV90120 di BAE Systems Hägglunds.
Fuori dai giochi i più blasonati Leopard 2A8 tedeschi e i K2PL Black Panther coreano-polacchi, troppo costosi e complessi per le esigenze di Bratislava.

Il ministro della Difesa Robert Kalinak ha confermato che le due piattaforme restano in fase di valutazione, sottolineando come garantiscano “risparmi del 40%-50% rispetto ai carri pesanti precedentemente considerati”, secondo quanto riportato dalla stampa slovacca.


Perché i carri leggeri?

La scelta non è solo economica. I carri medi offrono costi di manutenzione e gestione inferiori, maggiore flessibilità operativa e, soprattutto, un ampio margine di coinvolgimento dell’industria nazionale.
Secondo Kalinak, tuttavia, la partita è ancora aperta: nessuna decisione definitiva è stata presa e i mezzi non entreranno in servizio prima di tre o quattro anni.


Otokar Tulpar: la carta turca

Il Tulpar è una piattaforma modulare già in gara anche in Brasile. Può montare motori da 700 o 1.100 cavalli, con un peso complessivo variabile tra 28 e 45 tonnellate. La protezione arriva fino allo standard STANAG 4569 livello 5, grazie a corazze aggiuntive.

L’armamento è versatile:

  • Torretta belga Cockerill 3105 da 105 mm

  • HITFACT MK-II italiana da 120 mm L45

Otokar ha già presentato un prototipo con cannone Leonardo da 120 mm e, punto cruciale per Bratislava, ha proposto la produzione locale sia della torretta che di parti della piattaforma. Un’offerta che potrebbe pesare sul tavolo politico-industriale slovacco.


CV90120: la via svedese

Il CV90120, derivato dal collaudato CV90 MkIV, monta un cannone da 120 mm con caricatore automatico sviluppato in collaborazione con la slovacca Koval Systems e con Rheinmetall.
Il vantaggio più evidente? Compatibilità e sinergia: la Slovacchia ha già ordinato i CV9035 come veicoli da combattimento di fanteria, previsti in parte prodotti sul territorio nazionale.

Questo significa:

  • filiera industriale già avviata,

  • infrastrutture e logistica integrate,

  • formazione unificata per l’esercito slovacco.

Un pacchetto che rende il CV90120 un’opzione solida e, forse, più “naturale” rispetto al rivale turco.


Una partita anche industriale

La flessibilità del Tulpar è dimostrata dai progetti internazionali: dall’8×8 TAIMAS kazako con torretta cinese al RABDAN 8×8 emiratino, inizialmente equipaggiato con torretta BMP-3 e destinato a ricevere la EM&E Guardian 30 spagnola.
Dall’altra parte, il CV90 svedese può contare su un ecosistema di supporto e aggiornamenti consolidato.

La decisione di Bratislava non sarà quindi solo militare, ma soprattutto industriale e strategica: rafforzare la cooperazione con Ankara o consolidare l’asse già avviato con Stoccolma e i partner europei?


La scelta finale

Al momento, nessun verdetto. Tulpar e CV90120 restano in corsa, entrambi con punti di forza evidenti: l’offerta di produzione locale turca contro l’integrazione con sistemi già adottati svedesi.
Il futuro delle forze corazzate slovacche si deciderà nei prossimi mesi, ma una cosa è chiara: il carro leggero non è più una seconda scelta, bensì un’alternativa strategica al main battle tank tradizionale.


 

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