Sindacati militari, via libera al disegno di legge che riconosce le prerogative. Le novità su distacchi e permessi
Il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che riconosce ai sindacati militari distacchi annuali e permessi sindacali retribuiti. La proposta è stata avanzata dal Ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo e dal Ministro della Difesa Guido Crosetto.
Contesto dell’intervento
Il provvedimento fa seguito al decreto-legge n. 61 del 2024, che aveva riconosciuto un primo contingente di prerogative sindacali fino al 31 dicembre 2024. Il nuovo disegno di legge introduce norme che opereranno “a regime” dal 2025.
Dichiarazione del Ministro
Il Ministro Zangrillo ha dichiarato che il disegno di legge “prosegue nel consolidamento e nella valorizzazione del ruolo dei sindacati militari”, sottolineando l’importanza di garantire lo svolgimento delle attività negoziali per l’accordo collettivo 2022-2024.
Dettagli del provvedimento
Il disegno di legge modifica le prerogative delle associazioni professionali a carattere sindacale (APCSM), riconosciute dalla legge n. 46 del 2022. Le nuove disposizioni prevedono:
- Un distacco ogni 2.000 unità di personale (prima era uno ogni 4.000)
- Un’ora annua di permesso retribuito per ogni unità di personale (prima era un’ora ogni due unità)
Confronto con precedenti riforme
La norma si allinea con quanto fatto per la Polizia di Stato dopo la “smilitarizzazione” e il riconoscimento dei diritti sindacali (legge n. 121 del 1981).
Aspetti finanziari e organizzativi
Il disegno di legge prevede che le neocostituite APCSM sostituiscano le rappresentanze militari (Cocer, Coir, Cobar). I costi per il personale precedentemente inserito negli organismi di rappresentanza ora soppressi potrebbero essere riallocati per finanziare le nuove prerogative sindacali, senza una riduzione effettiva della spesa complessiva.
L’approvazione di questo disegno di legge rappresenta un cambiamento nella gestione dei diritti sindacali del personale militare. Esso mira a modificare le modalità di rappresentanza e negoziazione all’interno delle forze armate e di polizia, introducendo un modello più simile a quello del settore civile. Gli effetti pratici di queste modifiche sulla spesa pubblica e sull’efficacia della rappresentanza del personale militare potranno essere valutati solo dopo un periodo di implementazione.
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