Carabinieri

Si spaccia per carabiniere per truffare un pensionato, ma dall’altra parte ne trova uno vero

Si spaccia per un carabiniere della Compagnia di Legnago con l’obiettivo di estorcere denaro tramite un’operazione con carta di credito. Per rendere credibile la frode, clona addirittura il numero ufficiale della centrale operativa dell’Arma di San Pietro grazie alla tecnica dello spoofing telefonico.
Ma la vittima designata non è un cittadino qualsiasi: è il luogotenente Vincenzo Napolitano, in pensione da giugno dopo oltre 40 anni di servizio investigativo. Risultato: truffa sventata e truffatore smascherato.


La trappola che non funziona

Il malintenzionato ha tentato la cosiddetta truffa del “vishing”, fingendosi prima operatore antifrode della banca e poi carabiniere. Dopo aver simulato un prelievo sospetto di 900 euro a Varese, ha contattato Napolitano sostenendo che sarebbero intervenuti i militari di Legnago per “risolvere” la situazione.

Peccato che il sedicente carabiniere non sapesse con chi aveva a che fare: il suo interlocutore era un investigatore di lungo corso, con un fiuto ben allenato.


Il finto carabiniere Ferro

La seconda parte del raggiro prevedeva la chiamata di un presunto “appuntato scelto Ferro”, mai sentito prima, che dichiarava di appartenere al Comando provinciale dell’Arma di Legnago. Un errore grossolano: quel comando non esiste.
«Ho deciso di stare al gioco – racconta Napolitano – e l’ho incalzato con domande sulla sua anzianità di servizio. A quel punto, vistosi smascherato, ha riagganciato di colpo».

Il tentativo di svuotare il conto corrente è così fallito. Subito dopo, l’ex luogotenente ha avvisato banca e colleghi veri.


Allarme nella Bassa: boom di vishing

L’episodio conferma l’ondata di truffe digitali che sta colpendo la Bassa veronese. Colpi che sfruttano tecniche sempre più sofisticate per rendere credibili chiamate fasulle di banche, enti o forze dell’ordine.
Gli inquirenti raccomandano di prestare la massima attenzione: mai fornire dati personali o bancari al telefono e verificare sempre la reale identità di chi chiama.

Questa volta la trappola è stata ribaltata, ma la guardia deve rimanere alta.


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