Avvocato Militare

Sconti e favori in divisa: carabiniere condannato a risarcire 5mila euro

(di Avv. Umberto Lanzo)

UN CASO CONTROVERSO

La Corte dei Conti dell’Abruzzo ha emesso una sentenza definitiva riguardante un ex brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, protagonista di una vicenda giudiziaria che si è protratta dal 2008 al 2013.

I FATTI CONTESTATI

Le accuse iniziali riguardavano quattro episodi distinti: la richiesta di prodotti da forno gratuiti o a prezzi irrisori presso un panificio, l’acquisto di un casco e guanti a prezzo dimezzato in un negozio di moto, l’ottenimento di occhiali a prezzi scontati in un’ottica e il tentativo di ottenere lavori elettrici gratuiti nel proprio appartamento.

L’ITER PROCESSUALE

Il procedimento penale ha visto diverse fasi. Il Tribunale di Teramo ha assolto l’imputato per gli episodi relativi al negozio di moto e all’ottica “perché il fatto non sussiste”. La Corte d’Appello dell’Aquila ha applicato l’attenuante della particolare tenuità. La Cassazione ha riqualificato il reato da concussione a induzione indebita per l’episodio del panificio.

LA SENTENZA DEFINITIVA

La Corte d’Appello di Perugia, con decisione confermata in Cassazione, ha stabilito una condanna a 1 anno e 7 mesi di reclusione con interdizione dai pubblici uffici e sospensione condizionale della pena.

LA DECISIONE DELLA CORTE DEI CONTI

Nelle motivazioni, la Corte ha evidenziato punti fondamentali:

“La prova del danno all’immagine può essere fornita anche in via presuntiva, ad esempio attraverso il ‘clamor fori’, ovvero la diffusione mediatica del fatto illecito.”

“La lesione dell’immagine è di per sé risarcibile, a prescindere dalla prova di specifiche perdite economiche o spese di ripristino.”

Sulla quantificazione: “Si deve tenere adeguatamente conto del ridimensionamento della fattispecie penale rispetto all’originaria prospettazione, limitata all’induzione indebita ai danni del panificio e al tentativo di concussione ai danni dell’impresa elettrica.”

IL RISARCIMENTO

A fronte di una richiesta iniziale della Procura di 30.000 euro, la Corte ha stabilito: “In considerazione di quanto esposto il Collegio ritiene congrua una quantificazione di € 5.000 già rivalutati” a favore del Ministero della Difesa – Arma dei Carabinieri.

ELEMENTI CONSIDERATI

Nel determinare l’entità del risarcimento, la Corte ha valutato:

  • La risonanza mediatica della vicenda
  • Il ruolo istituzionale dell’imputato
  • La reiterazione delle condotte nel periodo 2008-2013
  • L’applicazione dell’attenuante della particolare tenuità
  • La concessione della sospensione condizionale della pena

LA DECISIONE FINALE

“Per questi motivi”, conclude la Corte, “respinta ogni contraria istanza, deduzione o eccezione”, è stata emessa la condanna al pagamento della somma stabilita, “oltre interessi legali dalla pubblicazione della sentenza fino al soddisfo”.

La sentenza rappresenta un punto di equilibrio tra la necessità di tutelare l’immagine dell’istituzione e il principio di proporzionalità della sanzione, considerando il ridimensionamento delle accuse iniziali nel corso del procedimento penale.

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