Risolto l’errore nelle pensioni del Comparto Difesa e Sicurezza. Ecco le novità
Pensionati del Comparto Difesa e Sicurezza: l’Inps ha ammesso l’errore nel calcolo della Pensione Privilegiata Ordinaria e sta provvedendo a sanare tutti i trattamenti erogati, compresi quelli di reversibilità. ASPMI, l’Associazione Sindacale Professionisti Militari, ha segnalato l’errore al Inps e ha ottenuto che tutti i pensionati militari interessati ricevano il ricalcolo della pensione a cui hanno diritto. Si tratta di un grande risultato per i pensionati militari, che potranno finalmente beneficiare della maggiorazione dell’Indennità di Aeronavigazione a cui hanno diritto.
Errore di calcolo dell’INPS
Il 15 febbraio 2022, ASPMI ha inviato una lettera al Ministro della Difesa Lorenzo Guerini per segnalare un errore di calcolo dell’Inps sulle pensioni del personale della Difesa e della Sicurezza. Nella fattispecie, l’errore risiedeva nel computo della Pensione Privilegiata Ordinaria, in virtù della mancata maggiorazione del 10% dell’Indennità di Aeronavigazione.
La suddetta indennità nel calcolo del trattamento pensionistico ordinario, sia che si tratti del retributivo o del misto, non era stata considerata dall’Istituto, a causa di un errore informatico nella “base pensionistica”, ma era stata sommata ad essa solo in un secondo momento, trattandola come Indennità pensionabile, la cosiddetta “fuori quota”.
Nell’allegato riportato di seguito, è possibile visionare come l’errore di calcolo provochi l’assenza di circa 600 euro, dovuta proprio alla mancata maggiorazione del 10% dell’Indennità di Aeronavigazione.
Ecco chi riguarda l’errore di calcolo delle pensioni militari
La problematica interessa prevalentemente il personale militare di:
- Brigata Folgore;
- Aviazione dell’Esercito;
- Alpini paracadutisti;
- 9° Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”;
- 185° Reggimento Paracadutisti Ricognizione Acquisizione Obiettivi “Folgore”;
- Reparti dell’Aeronautica Militare e della Marina Militare.
Inoltre, riguarda chi in servizio ha percepito l’indennità di Aeronavigazione per paracadutismo e/o per volo, compresi i colleghi Carabinieri, Finanzieri, Poliziotti e Penitenziari e il personale trasferito in altri Reparti ma percettore dell’Indennità di Aeronavigazione come trascinamento sul cedolino paga.
Da parte sua, il ministro Guerini ha monitorato la problematica sollevata da ASPMI.
I tecnici preposti dello Stato Maggiore della Difesa e quelli del Reparto Affari Giuridici ed Economici del Personale Militare dello Stato Maggiore dell’Esercito hanno appurato la veridicità dei calcoli, effettuati dalla sigla sindacale, provvedendo tempestivamente ad avvisare l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale anche attraverso il prezioso supporto dell’Ufficio Generale del Centro di Responsabilità Amministrativa dello Stato Maggiore della Difesa.
Dinnanzi al mutismo, ASPMI ha deciso di contattare direttamente l’Inps, evitando di intraprendere un contenzioso, preferendo la strada del dialogo, com’è nel costume dell’Associazione.
Così, il 6 giugno 2022, ASPMI si rivolge direttamente all’Inps ribadendo l’errore di calcolo nelle pensioni del personale interessato, chiedendo l’immediata verifica e il risanamento di tutti i trattamenti erogati, compresi quelli di reversibilità, computati secondo la menzionata errata procedura.
Il Reparto Pensioni dell’Inps ha risposto con una PEC, dicendo che l’Istituto “sta provvedendo ad adeguare le relative procedure informatiche volte a riconoscere la predetta maggiorazione dell’indennità di Aeronavigazione o di volo anche nei confronti di coloro che sono già titolari del relativo trattamento pensionistico”.
A breve, tutto il personale interessato avrà il ricalcolo pensionistico spettante e l’elargizione dei relativi arretrati.
“Alla luce di tutto quanto ed in considerazione del riconoscimento da parte dell’INPS che il problema è puramente da imputare alla gestione informatica delle partite pensionistiche, ci si augura e si spera, non venga applicata la prescrizione dei ratei maturati onde evitare oltre al danno finora cagionato anche la beffa, o in subordine, che detta prescrizione sia interrotta automaticamente a decorrere da quando INPS è venuta formalmente a conoscenza tramite questa sigla sindacale della problematica” ha specificato ASPMI.
Per aiutare maggiormente il personale, l’Associazione “è a disposizione per qualsiasi informazione e/o delucidazione sul caso ed ha predisposto un format da inviare all’INPS al fine di bloccare il termine dei 5 anni per la richiesta degli arretrati”.
Quello svolto è stato un lavoro di squadra: “Ci teniamo a ringraziare i nostri di tecnici in materia di pensioni privilegiate, guidati dal Lgt. Antonio Meligeni, che diuturnamente sono a disposizione dei tanti colleghi che chiedono delucidazioni e/o verifiche sull’argomento” ha aggiunto l’Associazione sindacale.