RIORDINO PERDE NEI TRIBUNALI. CORRETTIVI SCADONO TRA 24 ORE: DAI MILITARI NESSUN CENNO. IL GOVERNO PROMETTE UNA NUOVA RIFORMA
Quando mancano poche ore alla scadenza dei correttivi del riordino delle carriere appare improbabile il raggiungimento di un accordo che preveda dei correttivi che soddisfino tutte le parti in causa; nell’ultimo incontro al quale hanno preso parte sia i sindacati che i rappresentanti dell’amministrazione, infatti, sono state presentate delle proposte di correttivi che non risolvono i problemi riscontrati con l’attuazione del riordino delle carriere.
Il provvedimento di Riordino delle Carriere, emanato a maggio del 2017, avrebbe dovuto modificare la disciplina in materia di reclutamento, di stato giuridico e di progressione in carriera del personale del Comparto Sicurezza e Difesa, garantendo pari trattamento tra il personale delle varie Amministrazioni ed eliminando le tante sperequazioni, incongruenze e illogicità esistenti, così come avrebbe anche dovuto riconoscere, in materia di progressione in carriera, il merito e la professionalità.
Ciò – afferma Domenico Pianese, Segretario Generale del COISP – in buona parte non è accaduto e, cosa non meno grave, è emerso, nei giorni scorsi, che il provvedimento correttivo del menzionato Riordino, che doveva essere predisposto entro il 7 luglio 2018, non avrebbe risolto le citate problematiche … e non solo per mancanza di adeguate risorse economiche.
È impossibile – prosegue PIANESE – condividere un provvedimento di correzione del D.Lgs. 95/2017 di revisione dei ruoli del personale delle Forze di Polizia (c.d. Riordino delle Carriere) che non recepisca le legittime richieste delle donne e degli uomini della Polizia di Stato e non elimini le disparità di trattamento che vede i Poliziotti fortemente penalizzati rispetto ai colleghi delle altre Amministrazioni del Comparto Sicurezza e Difesa. È invece necessario assegnare risorse economiche adeguate alla necessità di correttivi adeguati ad intercettare le legittime richieste dei Poliziotti e rimediare alle importanti problematiche che il Riordino avrebbe dovuto risolvere e che invece in alcuni casi ha acuito ancor più.
Intanto oggi si è tenuto un ulteriore incontro tra le organizzazioni sindacali di polizia ed il Ministero dell’Interno. Sul fronte militare invece nessuna richiesta, nessuna proposta, nessun comunicato. I COCER sono assopiti, intenti nella formazione dei nuovi consigli (11 luglio) e sono ben lontani da fare proclami. Unica vittoria quella nei tribunali. Due TAR hanno rimesso la questione di legittimità costituzionale sul riordino dei Marescialli dell’Arma dei carabinieri. Ultima speranza per i militari è la politica.
È il contratto di Governo sottoscritto da Lega e Movimento 5 Stelle, infatti, a prevedere un nuovo riordino delle carriere che sia più efficace di quello precedente. Nel contratto, infatti, lato Forze Armate e di Polizia si legge che è “necessario aumentare i fondi a disposizione del comparto” così da prevedere:
- aumento del personale;
- rinnovo del contratto in essere: (quello appena rinnovato è valido per il triennio 2016-2018, per questo urge un nuovo accordo per i tre anni successivi);
- nuovo riordino delle carriere.
Quindi l’intenzione del Governo – con il supporto dei Ministeri della Difesa, Giustizia e dell’Interno – è quella di approvare un nuovo schema di riordino che risolva i problemi riscontrati a causa del precedente intervento normativo così da prevedere un efficace sistema per la progressione di carriera, così come richiesto da sindacati e dagli appartenenti al ruolo.