Sindacati Militari

Rintracciabilità o reperibilità? Il sottile confine che penalizza i militari: quando le parole ingannano

Il Sindacato Italiano Militari (SIM) Marina ha recentemente sollevato una questione di rilievo riguardante l’interpretazione e l’applicazione dell’istituto della reperibilità nel Corpo delle Capitanerie di Porto. Con una lettera ufficiale inviata al Comando Generale e, per conoscenza, allo Stato Maggiore della Marina, il sindacato ha denunciato una pratica diffusa che, secondo numerose segnalazioni ricevute, determinerebbe un obbligo surrettizio di reperibilità per il personale.

Il nodo del problema: reperibilità o rintracciabilità?

Secondo quanto riportato dal SIM Marina, alcuni comandi periferici imporrebbero al personale, in particolare ai Capi Servizio Operativo e ai Capi Servizio Sicurezza della Navigazione e Portuale, la disponibilità al lavoro e il rientro in servizio in tempi estremamente ristretti, anche nei giorni festivi e oltre il normale orario di servizio. Questa prassi deriverebbe da un’interpretazione distorta del Testo Unico delle Ordinanze Marittime (TUOM), in particolare dell’articolo 743, il quale disciplina il rientro in servizio ma non prevede un obbligo di reperibilità.

Il sindacato denuncia che tale imposizione aggiri la normativa sulla reperibilità, incidendo negativamente sulla libertà individuale e familiare dei militari, sulle condizioni economiche, sulla dignità professionale e sul benessere psicofisico del personale coinvolto.

Un problema radicato nel tempo

Dalle verifiche effettuate, emerge che questa pratica ha radici profonde e consolidate nel tempo. Fino al 2022, il Manuale di Organizzazione Nazionale del Controllo dello Stato di Approdo, edito dal VI Reparto, stabiliva esplicitamente la pronta rintracciabilità degli ispettori PSC per le ispezioni, anche nei giorni festivi e con disponibilità garantita 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

“Predisporre un sistema di pronta rintracciabilità dell’ispettore PSCO per l’esecuzione delle ispezioni PI anche nei giorni festivi stabilendo eventualmente turni di rintracciabilità… assicurando la disponibilità di ispettori per le esecuzioni delle ispezioni PSC 24 su 24 e 7 giorni su 7.”

Nella versione più recente del Manuale, la parola rintracciabilità è stata rimossa senza essere sostituita dal termine reperibilità, lasciando di fatto un vuoto interpretativo che permette ai comandi locali di proseguire con le stesse prassi del passato. “Perché non sarebbe stato oltremodo facile, logico e tecnicamente coerente, scrivere semplicemente reperibilità?”, si chiede il sindacato.

Le conseguenze di questa ambiguità

Il SIM Marina ha elencato una serie di conseguenze derivanti dall’attuale situazione:

  • Responsabilità disciplinari, penali ed economiche per i comandanti che impongono surrettiziamente la reperibilità.
  • Rischi legali per i datori di lavoro ai sensi della Legge 81/08 sulla sicurezza sul lavoro, considerando gli effetti dello stress da lavoro correlato.
  • Ripercussioni negative sui lavoratori, sia dal punto di vista psicofisico che economico e motivazionale.

La richiesta del SIM Marina: una direttiva chiara

Alla luce di queste criticità, il SIM Marina ha chiesto ufficialmente l’emanazione di una direttiva chiara e univoca che riporti la questione all’interno dei canoni di legge. Una regolamentazione precisa sarebbe fondamentale non solo per tutelare i militari coinvolti, ma anche per proteggere i comandanti che potrebbero essere chiamati a rispondere delle eventuali violazioni.

Il sindacato ribadisce quindi l’urgenza di un intervento normativo che elimini ogni ambiguità e garantisca il pieno rispetto dei diritti e dei doveri del personale della Marina Militare.

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