Punito per aver riposto l’arma nell’armadio di legno non custodito: TAR annulla sanzione a Carabiniere
Il TAR Emilia-Romagna ha accolto il ricorso presentato da un appuntato scelto dei carabinieri della Compagnia di Forlì contro la sanzione disciplinare di 5 giorni di consegna inflittagli dal Comando Legione Carabinieri Emilia-Romagna nel febbraio 2023.
La contestazione disciplinare al carabiniere e la sanzione comminata
I fatti risalgono al dicembre 2022 quando al carabiniere, in servizio presso la sede della Banca d’Italia di Forlì, venne contestato di aver violato i doveri di custodia dell’arma in dotazione. In particolare, secondo l’accusa mossagli dai superiori, il militare avrebbe riposto incustodita la pistola di ordinanza in un armadio in legno all’interno della banca, venendo meno agli obblighi di diligenza.
A seguito della contestazione disciplinare nel febbraio 2023 il Comando Legione Carabinieri Emilia-Romagna, dopo aver condotto un procedimento disciplinare interno, decise di infliggere la sanzione di 5 giorni di consegna prevista dall’art. 1361 del Codice dell’ordinamento militare per la violata custodia dell’arma.
Il carabiniere presentò quindi ricorso gerarchico al Comando Interregionale Carabinieri “Vittorio Veneto” che però nell’aprile 2023 respinse il gravame, confermando la legittimità della sanzione.
Nel frattempo i medesimi fatti erano divenuti oggetto di indagine anche da parte della Procura militare di Verona che aveva aperto un procedimento penale a carico del militare per il reato di violata consegna pluriaggravata.
Il carabiniere sanzionato decise dunque di rivolgersi alla giustizia amministrativa proponendo ricorso davanti al TAR Emilia-Romagna per chiedere l’annullamento della sanzione disciplinare. In particolare il militare lamentava che il procedimento disciplinare nei suoi confronti doveva essere obbligatoriamente sospeso sino alla definizione del procedimento penale, come previsto dal Codice dell’ordinamento militare.
L’accoglimento del ricorso e il richiamo ai principi giurisprudenziali
Il TAR, ritenendo fondate le doglianze del ricorrente, con ordinanza cautelare del giugno 2023 sospese gli effetti del provvedimento impugnato, fissando poi con sentenza l’udienza di merito per il febbraio 2024.
All’esito della camera di consiglio, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso annullando la sanzione disciplinare. In particolare il Collegio ha ritenuto fondato il primo motivo di gravame, evidenziando come ai sensi dell’art. 1393 del Codice dell’ordinamento militare il procedimento disciplinare avrebbe dovuto essere obbligatoriamente sospeso sino alla conclusione di quello penale, riguardando i fatti contestati condotte attinenti a presunti inadempimenti di doveri di servizio.
Inoltre, come emerso dalle indagini penali, presso la sede della Banca d’Italia di Forlì era invalsa la prassi ventennale di conservare le armi in un armadio di legno non custodito.
Pertanto, una volta avuta conoscenza della pendenza del procedimento penale, l’Amministrazione militare non avrebbe potuto avviare anche il procedimento disciplinare, non residuando alcun margine di discrezionalità al riguardo.
Il TAR ha ricordato infatti come la giurisprudenza abbia chiarito che il principio di autonomia del procedimento disciplinare militare rispetto a quello penale incontri due eccezioni, entrambe sussistenti nel caso di specie: da un lato la particolare gravità del fatto contestato, dall’altro il suo diretto collegamento con l’esercizio delle funzioni e l’adempimento dei doveri di servizio da parte del militare.
Di conseguenza, annullando la sanzione, il TAR Emilia-Romagna ha ribadito la prevalenza del procedimento penale rispetto a quello disciplinare, nonché la necessità di attendere la definizione del primo prima di avviare e concludere il secondo, stante il particolare status di militare dell’interessato e il legame dei fatti contestati con i doveri d’ufficio.
Una pronuncia che farà sicuramente scuola, ribadendo princìpi già affermati dalla giurisprudenza ma che le amministrazioni militari non sempre sembrano tenere nella dovuta considerazione nella gestione dei procedimenti disciplinari.
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