Guardia di FinanzaMarina militare

PRUDENZA SULLE NOMINE, LA FRENATA DEL QUIRINALE SCELTE SOSPESE SU FINANZA E MARINA MILITARE

Il comunicato ufficiale parla di un incontro «per affrontare i principali temi dell’agenda politica al rientro del capo dello Stato dalla missione in Africa». In realtà al centro del colloquio tra il presidente Sergio Mattarella e il premier Matteo Renzi, che si è svolto ieri mattina presto al Quirinale, ci sono state le nomine ai vertici degli apparati di sicurezza.

E il clima non è apparso affatto sereno, tanto che alla fine si è deciso di rinviare la scelta del nuovo comandante della Guardia di Finanza che nelle intenzioni del presidente del Consiglio doveva avvenire già ieri pomeriggio. Via libera al generale Enzo Vecciarelli come capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare e al generale Antonio Ricciardi a vicecomandante generale dell’Arma dei carabinieri, entrambi proposti dalla titolare della Difesa Roberta Pinotti e approvati dal consiglio dei ministri. Su tutto il resto si prende tempo.

L’irritazione

La decisione di procedere alla nomina del generale Giorgio Toschi, al posto di Saverio Capolupo al vertice delle Fiamme Gialle, era stata presa a Palazzo Chigi la scorsa settimana. E questo nonostante l’avvicendamento fosse previsto per il 24 maggio, a scadenza di mandato. Nel «pacchetto» si pensava di poter inserire anche la creazione del nuovo dipartimento per la cyber sicurezza da affidare a Marco Carrai, l’imprenditore amico personale di Renzi. Un programma stabilito evidentemente senza consultare il presidente Mattarella che in quei giorni era in viaggio ufficiale in Africa. E sarebbe stato proprio questo il motivo principale di irritazione. Ma non solo. Gli alti ufficiali che devono essere avvicendati nei prossimi tre mesi sono i responsabili di incarichi delicatissimi per il Paese. Oltre alla Finanza, bisogna infatti designare il capo della Polizia al posto di Alessandro Pansa; il direttore del Dis, che coordina i servizi segreti che adesso è l’ambasciatore Giampiero Massolo; quello dell’Aisi, l’Agenzia per la sicurezza interna, dopo il generale Arturo Esposito; quello della Marina militare al posto del comandante Giuseppe De Giorgi. E questo rischia di produrre a cascata ulteriori nomine, visto che alcuni candidati già occupano altri posti chiave.

Il quadro

Un quadro complesso e su questo il «consiglio» di Mattarella a Renzi è stato fin troppo esplicito: prudenza e ponderazione. Accompagnato dall’invito a procedere nelle nomine secondo le scadenze previste. Un modo — osservano sul Colle — per non delegittimare chi dovrà restare in carica magari ancora per qualche mese. E, nel contempo, per sgombrare certe interessate confusioni (mediatiche e politiche) alimentate da chi mostra di non sapere quali sono i poteri del Quirinale in questo campo, con il paradosso che chi avversa il presidenzialismo in qualsiasi variante in casi come questo vorrebbe un capo dello Stato interventista.

La struttura

Tecnicamente, si sa, l’inquilino del Quirinale esercita sulle nomine un controllo che non è di merito, ma di legittimità, in quanto segue la regola generale della struttura «diarchica» del potere esecutivo così come risultano «esternate» nei decreti presidenziali. Certo, il capo dello Stato non è mai un passacarte, quindi valuta le norme sulla base delle quali le scelte vengono fatte. Tuttavia resta il fatto che, stando al principio per cui il presidente è «irresponsabile» (salvo i casi di attentato alla Costituzione o alto tradimento), il merito delle scelte ricade tutto sul governo. Ovvio che, come sempre nella dinamica tra vertici repubblicani, Mattarella può decidere di «far meditare» il suo interlocutore. E i risultati di un’eventuale moral suasion, circondata come sempre dal riserbo, restano solo nella nostra immaginazione.

I tempi

A questo punto è possibile che entro la settimana si possa procedere sulla cyber sicurezza, ma non è escluso che invece tutto venga rinviato ad aprile. In modo da poter anche trovare una condivisione ampia sui nomi. Oltre al metodo, ci sarebbero divergenze tra Quirinale e Palazzo Chigi sull’identikit di alcuni candidati e dunque si sarebbe deciso di effettuare nuove consultazioni proprio per arrivare a nomi condivisi. Anche se sul ruolo di Carrai il premier sembra determinato ad andare avanti, nonostante le polemiche delle scorse settimane, ritenendolo «strategico per combattere il terrorismo fondamentalista».

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