Guardia costiera

PROMETTEVA PRESTIGIOSI TRASFERIMENTI IN CAMBIO DI DENARO, ARRESTATO SOTTOCAPO

Prometteva prestigiosi trasferimenti ad alcuni colleghi, dietro la corresponsione di somme di denaro e per questo un sottocapo della Guardia Costiera di Otranto ha patteggiato la pena di 1 anno.

Il gup Michele Toriello ha accolto l’istanza del legale di Umberto Accoto, 32enne di San Cassiano. Il giudice ha disposto anche la sospensione della penae la non menzione della condanna. Non solo, anche la revoca della misura cautelare ed interdettiva.

L’avvocato Daniele Petracca, nelle scorse ore aveva “concordato” la pena con il pubblico ministero  Roberta Licci. Il militare risponde dell’accusa di millantato credito.

Accoto era finito in manette il 25 maggio scorso e condotto ai domiciliari.  L’arresto è stato eseguito in fragranza di reato dagli uomini della Guardia Costiera. Il militare aveva addosso una busta bianca contrassegnata da una X, con all’interno dieci banconote da 100 euro fotocopiate e uno smatphone. Infatti, l’operazione è stata messa a segno dopo un “tranello” organizzato dai  militari e un successivo appostamento, a cui è seguita la perquisizione personale avvenuta nei pressi di una stazione di servizio a Muro Leccese. Invece, i controlli all’interno dell’auto avrebbe dato esito negativo.

Accoto era stato denunciato ai suoi superiori da un collega che aveva ricevuto la proposta “incriminata” e la richiesta di 3mila euro (questa la cifra stabilita  inizialmente) per mettere in atto i favori. A quel punto è scattato il piano per smascherare il sottocapo.

Le indagini avrebbero accertato che prometteva prestigiosi trasferimenti ad alcuni colleghi, dietro la corresponsione di somme di denaro. Millantando conoscenze importanti, si proponeva nel ruolo di “corruttore”, dichiarando di poter “influire” positivamente tramite interposta persona, su un pubblico ufficiale.

Il Gip Stefano Sernia successivamente ha convalidato l’arresto del militare. Inoltre, ha disposto l’obbligo di dimora e l’interdizione per 1 anno dai pubblici uffici.

Accoto, davanti al Giudice, ha ammesso di aver chiesto somme di denaro ai colleghi promettendo favori, ma ha respinto l’accusa di millantato credito affermando che quel denaro non era destinato ad un pubblico ufficiale perché, in realtà, non aveva nessuna conoscenza “importante”. (Lecce24News)

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