Polizia

Procura di Lanciano, due dipendenti invaghite dello stesso poliziotto: gelosie e insulti, ora a processo per stalking


Da colleghe a rivali tra le scrivanie del Palazzo di Giustizia

LANCIANO – Dove regnavano collaborazione e cordialità, ora si consuma un duello giudiziario. Due dipendenti della Procura della Repubblica di Lanciano — una dirigente di 64 anni e una impiegata di 56 — si ritrovano oggi su fronti opposti, coinvolte in un processo per stalking e diffamazione.
Una vicenda che ha scosso gli uffici giudiziari frentani, dove da tempo circolavano voci di tensioni e gelosie legate a un ispettore di polizia con cui entrambe intrattenevano rapporti professionali.


Le gelosie e il sospetto che ha fatto esplodere il caso

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la 56enne avrebbe iniziato a nutrire sospetti e malumori nei confronti della dirigente, convinta che quest’ultima avesse con l’uomo un legame che andava oltre la sfera lavorativa.
Un dubbio che con il tempo si sarebbe trasformato in ossessione, fino a generare comportamenti giudicati persecutori.
Le frecciate e gli scontri verbali sarebbero diventati sempre più frequenti, in alcuni casi davanti ad altri colleghi, minando la serenità e la credibilità dell’ambiente di lavoro.


Messaggi offensivi e clima avvelenato in ufficio

Sul telefono della dirigente sarebbero arrivati messaggi con pesanti offese e insinuazioni personali.
La donna, che si è sempre difesa affermando di aver mantenuto con l’uomo soltanto rapporti professionali, ha denunciato la collega dopo che le tensioni avevano ormai oltrepassato i confini del tollerabile.
Il clima in ufficio, già compromesso, sarebbe diventato talmente teso da richiedere l’intervento delle autorità per ristabilire la calma.


Divieto di avvicinamento e trasferimento

A seguito della denuncia, la 56enne è stata raggiunta da una misura cautelare di divieto di avvicinamento alla dirigente.
Per garantire la sicurezza e il rispetto delle decisioni giudiziarie, è stato inoltre disposto il suo trasferimento al Tribunale di Chieti, misura ritenuta necessaria per evitare nuovi contatti diretti tra le due.


Testimonianze e prossime udienze

Durante la quarta udienza del processo, il giudice Giovanni Nappi ha ascoltato funzionari e dipendenti della Procura di Lanciano, chiamati a riferire in aula quanto a loro conoscenza dei fatti.
Il procedimento è stato rinviato al 19 marzo prossimo, quando verranno sentiti altri testimoni e un perito informatico incaricato dalla difesa dell’imputata.
Solo allora si potrà capire se quella che sembrava una banale gelosia sentimentale si sia davvero trasformata in una condotta persecutoria o se dietro la vicenda si nascondano malintesi e tensioni esasperate da un contesto lavorativo complesso.


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