Porto d’armi ai militari: la richiesta che riaccende il dibattito sulla sicurezza
Il comunicato di ASPMI: “Un diritto da riconoscere”
L’ASPMI – Associazione Sindacale dei Professionisti Militari – è tornata a ribadire con forza la propria posizione: “È arrivato il momento di riconoscere il diritto al porto d’armi al personale dell’Esercito Italiano, nonché a tutte le Forze Armate”.
Secondo l’associazione, non si tratta di una battaglia estemporanea ma di una richiesta portata avanti da anni, che oggi assume nuovo slancio grazie alla convergenza di altre realtà sindacali.
Il nodo della sicurezza: doveri senza tutele
Nel comunicato si sottolinea come i militari dell’Esercito siano una risorsa insostituibile per la sicurezza del Paese, operando quotidianamente in missioni sul territorio nazionale e internazionale, spesso in contesti ad alto rischio.
Il paradosso evidenziato da ASPMI: lo Stato richiede prontezza, coraggio e disponibilità di intervento, ma non garantisce strumenti adeguati per l’autodifesa dei militari fuori dal servizio.
Il riferimento normativo: l’articolo 92 del Codice dell’Ordinamento Militare
L’associazione richiama anche l’articolo 92 del Codice dell’Ordinamento Militare, che affida alle Forze Armate compiti di supporto e soccorso in casi di straordinaria necessità e urgenza, anche senza ordini formali.
Un dovere che, secondo i rappresentanti sindacali, non trova corrispondenza in un diritto generalizzato al porto d’armi, lasciando un vuoto normativo che pesa sulla sicurezza dei militari e della collettività.
Il caso Molfetta e le contraddizioni irrisolte
A rafforzare la loro tesi, i sindacalisti citano episodi di cronaca. In particolare, il caso di Molfetta, dove un Luogotenente dei Carabinieri in congedo ha affrontato a mani nude un rapinatore armato di kalashnikov.
Un gesto di coraggio che, secondo ASPMI, mette in luce la contraddizione: chi ha servito lo Stato continua a sentirsi vincolato alla missione di protezione anche dopo il servizio attivo, ma spesso lo fa in condizioni di estrema vulnerabilità.
La richiesta: “Colmare un vuoto normativo”
La proposta avanzata dai rappresentanti militari è chiara: concedere il porto d’armi al personale dell’Esercito e delle Forze Armate, valorizzando l’esperienza, l’addestramento e il senso del dovere maturati nel servizio.
Secondo l’associazione, si tratterebbe di una misura non solo giusta, ma anche necessaria per garantire maggiore sicurezza collettiva, trasformando i militari – anche in congedo – in un presidio naturale di legalità sul territorio.
Una battaglia destinata a crescere
ASPMI assicura che non intende fermarsi: “Non ci fermeremo fino a quando questa richiesta non sarà accolta”. La novità è che oggi il tema trova sostegno anche da parte di altre sigle sindacali, segnale di un fronte sempre più compatto.
La pressione sul Governo e sulle istituzioni, conclude l’associazione, non potrà più essere ignorata.
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