Poliziotto penitenziario si suicida a Napoli, lavorava nel carcere di Secondigliano
Un agente della Polizia Penitenziaria si è suicidato questa mattina a Napoli, dopo aver finito il turno notturno di lavoro. L’uomo, originario di Aversa, nel Casertano, era impiegato nel carcere di Secondigliano, nella periferia Nord della città. Si è ucciso usando la sua pistola d’ordinanza; era sposato e aveva due bambini.
A renderlo noto è Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria, con una nota in cui manifesta solidarietà alla famiglia del collega ricorda anche i suicidi registrati l’anno scorso, quando si sono tolti la vita 84 detenuti e 5 appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Ricordando l’incidenza di suicidi tra gli agenti della Penitenziaria, “notevolmente superiore che nella restante popolazione”, il sindacalista chiede interventi mirati, anche di natura psicologica, per intercettare a monte il disagio:
Ciò si può realizzare, in primis, ‘umanizzando’ le condizioni di lavoro anche attraverso il rispetto dei diritti e delle prerogative contrattuali, che rappresentano una vera e propria chimera per la gran parte degli appartenenti alla Polizia penitenziaria, e l’efficientamento del fallimentare sistema d’esecuzione penale, in particolare carcerario, anche per prevenire disorientanti fenomeni di dissonanza cognitiva.Certo, non vogliamo strumentalizzare e sappiamo che a un gesto estremo come il suicidio possono concorrere una serie di concause. Siamo tuttavia convinti che il servizio espletato e la ‘violenza’ delle esperienze spesso vissute e subite siano fra esse. Saremmo peraltro molto curiosi di sapere cosa ne è stato dell’Osservatorio permanente interforze sui suicidi tra gli appartenenti alle forze di polizia costituito dall’allora Capo della Polizia Gabrielli nel febbraio 2019, ma di cui non abbiamo avuto alcuna ulteriore notizia.
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