Poliziotto morto, lista troppo lunga per un lavoro bistrattato
“Non si arresta mai il drammatico conteggio delle vittime fra gli operatori delle forze dell’ordine. Un elenco che da oggi, purtroppo, annovera anche il collega Giovanni Vivenzio, che ha perso la vita a causa del suo servizio e che come i tanti, troppi, che lo hanno preceduto, rappresenterà per sempre un esempio di dedizione al dovere fino all’estremo sacrificio”.
Così Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, dopo la morte del sovrintendente capo Giovanni Vivenzio, 54 anni, del commissariato San Ferdinando di Napoli, coinvolto in un grave incidente avvenuto lo scorso 6 aprile in via Giordano Bruno, nel quartiere Chiaia, durante l’inseguimento di un sospetto. Deceduto dopo giorni di agonia, il poliziotto lascia moglie e due figlie.
“Il nostro pensiero va ai familiari di Vivenzio, cui ci stringiamo con vera e profonda solidarietà perché ne conosciamo il dolore e lo sconforto, ma anche all’altro collega coinvolto nell’incidente e gravemente ferito – aggiunge Mazzetti -, con la speranza che al più presto possa rimettersi completamente. Sappiamo che non potrà mai dimenticare, ma la consapevolezza è una componente fondamentale di questo nostro servizio, in cui la tragedia è in agguato ogni istante. Tutti quelli che indossano la divisa sanno che può accadere da un momento all’altro il peggio, per mille motivi, in mille modi. Sembrano non saperlo tutti gli altri, però, perché altrimenti non si spiegherebbe come mai questo nostro lavoro è spesso così tanto bistrattato, e soprattutto come possa essere considerato, a ogni livello, come un mero lavoro esecutivo di ordini altrui”.