PINOTTI: RINUNCIARE F35 PER SBLOCCARE GLI STIPENDI. LA FORTUNA (COCER CC) LA SICUREZZA E’ AL FALLIMENTO
Il
governo è pronto a «rivedere, ridurre o ripensare anche grandi progetti avviati
o ipotizzati, qualora mutati scenari internazionali o economici lo indicheranno
come opportuno», per quanto riguarda «l’ammodernamento delle nostre forze
armate». Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, alle
commissioni riunite Difesa di Camera e Senato.
governo è pronto a «rivedere, ridurre o ripensare anche grandi progetti avviati
o ipotizzati, qualora mutati scenari internazionali o economici lo indicheranno
come opportuno», per quanto riguarda «l’ammodernamento delle nostre forze
armate». Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, alle
commissioni riunite Difesa di Camera e Senato.
I 90
cacciabombardieri F35 da acquistare Pinotti non ha parlato esplicitamente del
contestato programma per l’acquisto dei cacciabombardieri F-35, ma ha spiegato
che «quando si manifesta la necessità di acquisire nuovi equipaggiamenti al
passo coi tempi, io credo si debbano valutare le caratteristiche di tali
sistemi, i costi, i vantaggi per il nostro sistema produttivo». Sì dunque a revisioni
o riduzioni dei programmi se ritenuto opportuno, «il tutto – ha sottolineato –
nel rispetto del ruolo del Parlamento e delle sue prerogative, così come
previsto anche nella stessa legge delega 244 del 2012». Tra i maggiori progetti
a livello economico della Difesa c’é quello per l’acquisto di 90 caccia di
quinta generazione F-35, frutto di un programma multinazionale guidato dagli Stati Uniti e prodotti
dalla Lockheed Martin, che tante polemiche politiche ha generato nel recente
passato e sul quale lo stesso Matteo Renzi, prima di diventare presidente del
Consiglio, si era espresso più volte in modo critico. La riduzione delle spese
per gli F35 è statoa indicata in questi giorni come una delle possibili coperture per finanziare il taglio del cuneo
fiscale.
cacciabombardieri F35 da acquistare Pinotti non ha parlato esplicitamente del
contestato programma per l’acquisto dei cacciabombardieri F-35, ma ha spiegato
che «quando si manifesta la necessità di acquisire nuovi equipaggiamenti al
passo coi tempi, io credo si debbano valutare le caratteristiche di tali
sistemi, i costi, i vantaggi per il nostro sistema produttivo». Sì dunque a revisioni
o riduzioni dei programmi se ritenuto opportuno, «il tutto – ha sottolineato –
nel rispetto del ruolo del Parlamento e delle sue prerogative, così come
previsto anche nella stessa legge delega 244 del 2012». Tra i maggiori progetti
a livello economico della Difesa c’é quello per l’acquisto di 90 caccia di
quinta generazione F-35, frutto di un programma multinazionale guidato dagli Stati Uniti e prodotti
dalla Lockheed Martin, che tante polemiche politiche ha generato nel recente
passato e sul quale lo stesso Matteo Renzi, prima di diventare presidente del
Consiglio, si era espresso più volte in modo critico. La riduzione delle spese
per gli F35 è statoa indicata in questi giorni come una delle possibili coperture per finanziare il taglio del cuneo
fiscale.
Attenuare effetti blocco stipendi comparto
Per il ministro «è indispensabile venire incontro,
almeno in parte, alle specifiche esigenze del personale del Comparto Difesa e
Sicurezza, con interventi mirati su alcuni istituti/meccanismi retributivi che
attenuino gli effetti del blocco stipendiale». Pinotti ha poi chiesto una
riflessione «ampia e matura sulla difesa nazionale, da affrontare attraverso lo
strumento di un «Libro Bianco». (il sole 24 ore)
almeno in parte, alle specifiche esigenze del personale del Comparto Difesa e
Sicurezza, con interventi mirati su alcuni istituti/meccanismi retributivi che
attenuino gli effetti del blocco stipendiale». Pinotti ha poi chiesto una
riflessione «ampia e matura sulla difesa nazionale, da affrontare attraverso lo
strumento di un «Libro Bianco». (il sole 24 ore)
I primi interventi del governo Renzi sul Comparto Sicurezza e Difesa hanno suscitato le prime reazioni di sindacalisti e rappresentanti militari. “E’ un classico – afferma il delegato Co.Ce.R. carabinieri Giuseppe La Fortuna – ogni governo appena insediato si sente in dovere di mettere mano (tagliare sinora) sul Comparto Sicurezza e Difesa con sempre gli stessi argomenti e sempre accompagnati da
ben orchestrate campagne di stampa. La realtà – prosegue La Fortuna – è che il Comparto Sicurezza ha perso circa 30.000 uomini ed i carabinieri la fetta più
grande, circa 15.000 negli ultimi 4 anni, dal primo blocco stipendiale con
l’ultimo governo Berlusconi ai grandi governi tecnici non votati da nessuno. Siamo stanchi dei soliti annunci, per sopperire le gravi carenze di organico i carabinieri sono chiamati tutti i giorni a turni assurdi, nonostante abbiano stipendio, grado ed indennità bloccate dal 2010. Non abbiamo più intenzione di aspettare – conclude La Fortuna – Presidente tiri fuori dal cilindro magico (se veramente lo ha) i soldi per
la sicurezza che ormai è al fallimento.”
ben orchestrate campagne di stampa. La realtà – prosegue La Fortuna – è che il Comparto Sicurezza ha perso circa 30.000 uomini ed i carabinieri la fetta più
grande, circa 15.000 negli ultimi 4 anni, dal primo blocco stipendiale con
l’ultimo governo Berlusconi ai grandi governi tecnici non votati da nessuno. Siamo stanchi dei soliti annunci, per sopperire le gravi carenze di organico i carabinieri sono chiamati tutti i giorni a turni assurdi, nonostante abbiano stipendio, grado ed indennità bloccate dal 2010. Non abbiamo più intenzione di aspettare – conclude La Fortuna – Presidente tiri fuori dal cilindro magico (se veramente lo ha) i soldi per
la sicurezza che ormai è al fallimento.”