Piaggio Aerospace volta pagina: il colosso turco Baykar acquisisce lo storico marchio italiano
Svolta storica dopo sei anni di amministrazione straordinaria
Una svolta epocale segna il futuro di Piaggio Aerospace, storica azienda italiana dell’aviazione. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha dato il via libera alla cessione dell’intero gruppo alla società turca Baykar, leader nel settore dei velivoli senza pilota e delle tecnologie aerospaziali.
La scelta del miglior offerente
Nel corso dell’ultima procedura di vendita, tre player industriali internazionali hanno presentato offerte vincolanti. La proposta di Baykar è emersa come la più convincente, garantendo sia la tutela dei lavoratori che le prospettive di rilancio industriale. L’azienda turca si è impegnata a mantenere e potenziare l’intera gamma di attività, dalla produzione di aeromobili alla manutenzione dei motori.
Una gestione virtuosa durante la crisi
Sotto la guida dei commissari Cosentino, Nicastro e Rossetti, Piaggio Aerospace ha dimostrato una notevole resilienza. L’azienda ha mantenuto la piena operatività, costruendo un solido portafoglio ordini e autofinanziandosi, senza ricorrere a cassa integrazione o sostegni pubblici.
Le parole del Ministro Urso
“Dopo sei anni di attesa, restituiamo un futuro a un asset strategico per il nostro Paese”, ha dichiarato il ministro Urso, sottolineando l’importanza di una “visione industriale chiara e ambiziosa” per il rilancio dell’azienda.
Innovazione e sviluppo continuo
Durante la gestione commissariale, Piaggio Aerospace non si è limitata a mantenere lo status quo. L’azienda ha sviluppato una versione più avanzata del P.180, già in fase di consegna ai clienti principali, dimostrando la sua continua spinta all’innovazione.
Il prezzo del cambiamento
L’acquisizione da parte di Baykar segna la fine di un’era per l’industria aeronautica italiana. Dopo 100 anni di storia italiana, un altro gioiello del Made in Italy passa in mani straniere. Se da un lato l’accordo garantisce la sopravvivenza dell’azienda e la tutela dei posti di lavoro, dall’altro rappresenta l’ennesimo esempio di cessione di eccellenze nazionali a gruppi esteri.
L’amaro epilogo
Mentre il ministro Urso parla di “rilancio” e “visione ambiziosa”, resta il fatto che un pezzo di storia dell’aviazione italiana, che ha fatto volare il tricolore nei cieli di tutto il mondo, ora parlerà turco. Un epilogo che solleva interrogativi sulla capacità del sistema-Paese di proteggere e valorizzare i propri asset strategici, in un settore cruciale come quello aerospaziale. L’auspicio è che almeno il know-how e l’eccellenza italiana vengano preservati, ma il sapore di questa acquisizione resta agrodolce, con più ombre che luci sul futuro dell’industria aeronautica nazionale.
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