Polizia

Perde un occhio negli scontri allo stadio, poliziotto risarcito dopo quasi 30 anni

Una sentenza che arriva tardi, troppo tardi

Ci sono storie che, più che parlare di giustizia, raccontano la lentezza esasperante delle sue tempistiche. È il caso di un poliziotto campano che, dopo quasi tre decenni di attesa, ha visto riconosciuto il proprio diritto a essere risarcito come vittima del dovere. La Corte d’Appello di Napoli ha confermato la sentenza di primo grado, condannando il Ministero dell’Interno a un indennizzo di oltre 300mila euro.

Il ferimento allo stadio nel 1997

Era il 1997, Napoli–Juventus all’ex San Paolo (oggi Diego Armando Maradona). Una partita da sempre ad alta tensione, sfociata in scontri tra tifoserie. L’agente, libero dal servizio ma obbligato per legge a garantire sicurezza in qualsiasi circostanza, fu costretto a intervenire. Nel tentativo di sedare il lancio di oggetti dagli spalti, venne colpito riportando un grave trauma che lo lasciò con la cecità a un occhio.

Un calvario lungo quasi 30 anni

Il danno fu immediato, ma il riconoscimento dello Stato è arrivato solo oggi. Ventotto anni di battaglie giudiziarie, di ricorsi, di attese infinite tra faldoni e rinvii, per affermare un principio che avrebbe dovuto essere scontato: chi serve il Paese e si sacrifica merita tutela. Un ritardo che pesa come una seconda ferita, non fisica ma istituzionale.

La conferma della Corte d’Appello

La recente decisione della Corte d’Appello di Napoli ha finalmente sancito ciò che il poliziotto rivendicava da anni: lo status di vittima del dovere. La condanna al Ministero dell’Interno e il conseguente indennizzo economico non restituiscono certo la salute, ma rappresentano almeno una tardiva forma di giustizia.

Il significato oltre la cifra

Più dei 300mila euro di indennizzo, conta il messaggio: lo Stato non può dimenticare chi, anche fuori dall’orario di servizio, si trova a pagare un prezzo altissimo per garantire sicurezza e ordine pubblico. Questa sentenza non è solo una vittoria personale, ma un precedente che ribadisce un concetto fondamentale: il sacrificio delle forze dell’ordine non va ignorato, neppure a distanza di decenni.

Il problema è tutto qui: uno Stato che proclama di stare dalla parte delle forze dell’ordine, ma che nei fatti le costringe ad attendere quasi trent’anni e due gradi di giudizio per vedersi riconosciuto un diritto elementare.


Diventa parte di Infodifesa 💼

Sei già un lettore appassionato? Allora sai quanto è importante avere un’informazione di qualità su difesa, sicurezza e forze dell’ordine. Con l’abbonamento ad Infodifesa potrai leggere le nostre notizie **senza pubblicità** e partecipare alle redazioni online e influire attivamente sulle tematiche di interesse.

Sostieni Infodifesa & ABBONATI ORA

📲 Unisciti al canale WhatsApp di Infodifesa!

Vuoi ricevere aggiornamenti, notizie esclusive e approfondimenti direttamente sul tuo smartphone? Iscriviti ora al nostro canale ufficiale WhatsApp!

✅ Iscriviti su WhatsApp

Senza spam. Solo ciò che ti interessa davvero.

error: ll Contenuto è protetto