Pentagono chiude la porta alle donne, un ritorno al passato che fa discutere
Il gesto simbolico: addio a un comitato che ha fatto la storia
Con una decisione che segna una svolta drammatica nella politica militare, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha annunciato la chiusura del Comitato consultivo della difesa sulle donne nei servizi (DACOWITS), istituito nel lontano 1951 e considerato una pietra miliare nell’integrazione delle donne nelle forze armate.
Secondo la portavoce Kingsley Wilson, il comitato avrebbe promosso “un programma femminista divisivo che danneggia la prontezza al combattimento”, mentre la nuova linea del Dipartimento punta a “standard neutrali rispetto al sesso” e a un ritorno a quella che Hegseth definisce “etica del guerriero”.
Un’eredità lunga oltre 70 anni
Il DACOWITS non era un organismo qualunque. Nato nel 1951, ha presentato oltre 1.100 raccomandazioni per migliorare la condizione e l’integrazione delle donne in uniforme.
Secondo i dati ufficiali del comitato, circa il 94% delle raccomandazioni è stato adottato, in tutto o in parte, dal Dipartimento della Difesa. Tra queste, modifiche a regolamenti interni e persino a leggi federali che hanno spalancato le porte a nuove opportunità per le militari.
Le critiche di Hegseth e la svolta conservatrice
Non è la prima volta che il nome di Pete Hegseth si lega a polemiche sull’inclusione. In passato ha dichiarato che le donne non dovrebbero ricoprire ruoli di combattimento, sostenendo che gli uomini sarebbero “più capaci”.
Nel 2016, sotto un approccio opposto, il Dipartimento della Difesa aveva aperto tutti i ruoli di combattimento alle donne. Oggi, Hegseth ribatte che quel processo avrebbe abbassato gli standard, pur sottolineando — almeno in sede ufficiale — di rispettare chi indossa l’uniforme.
Le donne nelle forze armate oggi
Secondo i dati del Pentagono, le donne rappresentano il 17% delle forze attive e oltre il 21% della riserva selezionata. Una presenza in crescita: nel 2022, pur calando il numero complessivo dei militari (-2,7% rispetto al 2021), le donne in servizio hanno visto aumentare la propria quota.
DACOWITS è stato determinante per traghettare questa evoluzione, proponendo politiche che hanno reso possibile la carriera militare a un numero crescente di donne.
Una strategia più ampia: non solo le donne
La chiusura del comitato non è un caso isolato. Rientra in una più ampia offensiva contro le politiche di diversità e inclusione:
- A febbraio Hegseth ha escluso gli americani transgender dall’arruolamento e sospeso i trattamenti medici legati alla transizione.
- Ha introdotto regole più stringenti sulle esenzioni dalla rasatura, misura che colpisce in modo sproporzionato i soldati neri affetti da pseudofollicolite della barba (PFB).
- Inoltre, ha invocato più volte la necessità di tornare a uno stile militare “disciplinato e combattivo”, in linea con l’ordine esecutivo dell’ex presidente Trump.
Un futuro incerto per la rappresentanza femminile
Con lo scioglimento del DACOWITS, le donne in uniforme perdono il principale organismo consultivo dedicato alle loro esigenze e progressi.
Mentre i sostenitori della misura parlano di un ritorno all’efficacia e all’omogeneità, i critici denunciano un pericoloso arretramento che potrebbe cancellare decenni di avanzamenti nelle politiche per la parità nelle forze armate.
La domanda ora è: senza il DACOWITS, chi difenderà la voce delle donne nel cuore del Pentagono?
