Giustizia

Passa la legge che vieta di pubblicare atti degli arresti: interrogatori, intercettazioni, perquisizioni, i nomi anche di chi è solo indagato.

Il governo Meloni ha approvato una legge che segna una svolta significativa nella libertà di stampa in Italia. Secondo l’emendamento proposto da Enrico Costa di Azione, votato ieri alla Camera con il sostegno della maggioranza e dell’ex Terzo Polo, sarà ora vietato pubblicare gli atti degli arresti fino al momento del processo.

La legge, come riportato da *Repubblica*, impedisce la divulgazione di documenti giudiziari, tra cui arresti, interrogatori, intercettazioni e perquisizioni, che fino a questo momento erano pubblicabili. Questa misura, etichettata come un “bavaglio” alla stampa, limita significativamente la capacità dei media di fornire cronache dettagliate dei casi giudiziari, privando il pubblico di informazioni cruciali su indagati e processi in corso.

Il Testo

ecco il mini testo che vieterà di dare le ordinanze, modificando l’articolo 114 del codice di procedura penale sul “divieto di pubblicazione di atti e di immagini”. Sei parole in meno cambiano la cronaca giudiziaria.

Le Reazioni

Le reazioni a questa decisione sono state immediate e forti. Federico Cafiero De Raho, ex procuratore antimafia e attuale deputato del Movimento 5 Stelle, ha espresso un’opposizione ferma, sottolineando come la presunzione di innocenza sia già tutelata e interrogandosi sulle vere motivazioni dietro questa restrizione dell’informazione. “Perché non si vuole rendere pubblico che esistono persone corrotte e appartenenti alla borghesia mafiosa? Così s’impedisce il diritto all’informazione garantito dalla Costituzione”, ha dichiarato De Raho.

Nonostante i tentativi di ostruzionismo da parte del M5S, la seduta è stata chiusa rapidamente dal vice presidente Giorgio Mulè, sancendo l’approvazione della legge. Costa ha difeso la normativa, definendola “una norma di civiltà contro il marketing giudiziario”.

L’approvazione di questa legge solleva interrogativi profondi sullo stato della libertà di stampa in Italia e sul diritto del pubblico all’informazione. Mentre i sostenitori della legge la vedono come un passo verso la protezione della privacy e la presunzione di innocenza, i critici la considerano un grave attacco ai principi di trasparenza e di informazione libera, fondamentali in una democrazia.

Il dibattito su questa questione continua, mentre l’Italia si confronta con le implicazioni di una legge che potrebbe ridisegnare il paesaggio dell’informazione giudiziaria e della libertà di stampa nel paese.

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