Editoriale

PARADOSSO RIORDINO DELLE CARRIERE: AVANZARE AL GRADO SUPERIORE E PERCEPIRE UNO STIPENDIO INFERIORE

In occasione del parere reso dalle Camere al Governo sul riordino delle carriere e dei ruoli del personale delle forze di polizia, in un incontro con le Commissioni riunite Difesa ed Affari Costituzionali di Camera e Senato, avevamo posto l’accento, tra l’altro, sulla problematica dei colleghi che negli ultimi anni sono stati promossi al ruolo superiore e che, per effetto delle norme sul riordino formulate dal Governo, avrebbero percepito uno stipendio inferiore a quello che sarà attribuito a coloro che sono rimasti nel medesimo grado e ruolo.

Tra questi colleghi è ancora più paradossale la situazione in cui verranno a trovarsi coloro i quali stanno effettuando i corsi di formazione tra Gennaio e Settembre di quest’anno, colleghi che, per un alto senso di responsabilità hanno deciso comunque di frequentare i corsi, nonostante il fatto che al maggior carico di responsabilità legato al nuovo grado, corrisponderà uno stipendio inferiore a quello che avrebbero percepito se fossero rimasti nel medesimo grado di provenienza.

Avevamo, quindi, posto la questione al Parlamento, che aveva fatto proprie le nostre osservazioni, ritenendole evidentemente logiche, sostenibili sia sotto il profilo giuridico che economico, nonché propedeutiche ad una deflazione del contenzioso che inevitabilmente si creerà.

L’esortazione formulata dal Parlamento è stata, tuttavia, inaspettatamente cassata in ossequio ai freddi principi ragionieristici, che hanno sacrificato il merito, la logica, la legittimità giuridica ed il diritto alla giusta retribuzione sull’altare, troppo spesso abusato, della scarsità delle risorse nei bilanci dello Stato.

Riteniamo, invece, che la questione vada risolta al più presto e ci faremo promotori in ogni sede dell’esigenza di apportare le dovute modifiche a questo provvedimento con i decreti correttivi.

Lo dichiarano Daniele Tisci, Eliseo Taverna, Guglielmo Picciuto, Delegati CoCeR Guardia di Finanza, in una nota.

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