Giustizia

Omicidio Willy, sputi e urla dei detenuti di Rebibbia: così i fratelli Bianchi sono stati accolti in carcere

“Non vi vogliamo”, e poi sputi al loro passaggio. Sono stati accolti così, nel carcere di Rebibbia a Roma, i fratelli Bianchi, accusati dell’omicidio del 21enne Willy Monteiro Duarte, picchiato a morte a Colleferro, insieme a Mario Pincarelli e Francesco Belleggia.

Marco e Gabriele Banchi temono ritorsioni e per questo motivo i loro legali hanno avanzato la richiesta di continuare l’isolamento, disposto già per il Covid-19, proprio per evitare contatti con gli altri detenuti. Al giudice e ai vertici del Dap è stato chiesto di tutelare la loro incolumità e, dunque, di assicurare il “diritto a una giusta detenzione”.

Dello stesso avviso il garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia secondo cui i tre (escluso, dunque, Belleggia che è l’unico a cui il giudice ha concesso i domiciliari) potrebbero essere “oggetto di attenzioni per così dire sgradite all’interno del carcere”. Stamattina gli avvocati dei due fratelli di 26 e 24 anni faranno ricorso al Riesame contro l’ordinanza di custodia cautelare: proveranno a confutare la trasformazione del capo di imputazione da omicidio preterintenzionale a volontario

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