OMICIDIO VASSALLO: COL. CAGNAZZO, “SONO IL PRIMO A CHIEDERE VERITÀ E GIUSTIZIA”
Le prime parole del colonnello accusato di depistaggio
Salerno, 30 ottobre. – “Sono il primo a chiedere verità e giustizia per Angelo Vassallo.” Con queste parole il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo rompe il silenzio dopo mesi di riserbo. Le sue dichiarazioni arrivano nel pieno dell’udienza preliminare davanti al Gup del Tribunale di Salerno, dove rischia il rinvio a giudizio insieme all’ex carabiniere Lazzaro Cioffi, all’imprenditore Giuseppe Cipriano e all’ex pentito di camorra Romolo Ridosso.
Secondo la Procura di Salerno, Cagnazzo avrebbe depistato le indagini sull’omicidio del “sindaco pescatore” Angelo Vassallo, ucciso a Pollica nel settembre 2010, per coprire un presunto traffico di droga.
“Non partecipo a un processo fuori dal processo”
Il colonnello, in un’intervista rilasciata a L’Altravoce, ha denunciato quello che definisce un “processo parallelo”, svolto fuori dalle aule di giustizia:
“Non approvo questo comportamento, questo ‘processo fuori dal processo’ che si attua ogni volta che si conclude un’udienza e pertanto non intendo parteciparvi, pur consapevole della mia innocenza e del fatto che dovrò sopportare due fardelli: quello processuale, che affronto con serenità, e quello mediatico, che in un Paese civile non dovrebbe gravare su alcun indagato con tale violenza.”
Una presa di posizione netta, che punta il dito contro la pressione mediatica e il giudizio pubblico anticipato, spesso alimentati dal clamore intorno a casi di grande impatto sociale.
“Presunzione d’innocenza e responsabilità dei media”
Cagnazzo richiama con forza il principio costituzionale della presunzione di innocenza e invita a riflettere sul ruolo dell’informazione nel plasmare l’opinione pubblica e, talvolta, nel condizionare la giustizia stessa:
“Mi rifaccio al principio di presunzione di innocenza e all’impatto mediatico sui procedimenti legali. È un tema serio: il trattamento mediatico di un caso può influenzare non solo la percezione pubblica, ma anche il processo stesso. E c’è chi questo impatto sta cercando di strumentalizzarlo. I processi si fanno nelle sedi opportune.”
Un caso simbolo tra verità, giustizia e narrazione pubblica
L’omicidio Vassallo resta uno dei misteri più dolorosi della cronaca italiana. A quattordici anni dai fatti, l’eco di quella notte continua a risuonare tra aule giudiziarie e media nazionali. Le parole del colonnello Cagnazzo si inseriscono in un contesto delicato, dove la ricerca della verità giudiziaria si intreccia con il bisogno di rispetto per la presunzione di innocenza — e con il diritto di una comunità, quella cilentana, di conoscere finalmente chi e perché abbia tolto la vita al “sindaco pescatore”.
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