NUOVE NOMINE PER LA DIFESA. DEL SETTE NUOVO COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI
(di Albero Gentili) – Ancora qualche
giorno e l’Arma avrà il nuovo comandante. La settimana prossima, su indicazione
del Ministro della Difesa Roberta Pinotti (d’intesa con Matteo Renzi), il
Consiglio dei Ministri procederà alla nomina del Generale
di Corpo d’Armata Tullio Del Sette.
Cade, infatti, l’ipotesi
di un ulteriore proroga dell’attuale Comandante Generale dei carabinieri,
Leonardo Gallitelli, nonostante sia valutazione unanime che abbia svolto un
eccellente lavoro al vertice dell’Arma: il premier e il ministro non intendono
disattendere la nuova legge, nata per ridurre le spese della pubblica
amministrazione, che ha eliminato l’istituto del “trattenimento
in servizio”
per i dipendenti pubblici arrivati all’età della pensione.
La nomina di Del
Sette, primo Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa a diventare Comandante
dell’Arma, non sarà l’unica. Entro gennaio-febbraio il governo dovrà nominare
il nuovo comandante di Stato Maggiore della Difesa, in sostituzione
di Luigi Binelli Mantelli, anche lui ormai a un passo dalla pensione.
E anche lui “vittima”
del trattenimento in servizio. Due nomi in corsa per sostituire Binelli
Mantelli: il generale di corpo d’armata Claudio Graziano, capo di stato
Maggiore dell’esercito Pasquale Preziosa, capo di stato
maggiore dell’aeronautica. Secondo una prassi consolidata il capo di Stato
Maggiore della Difesa è a rotazione tra le varie armi: prima l’Esercito, poi la
Marina e poi l’Aeronautica.
Dunque, visto che
Binelli Mantelli comandante di squadra navale ed è espressione della Marina, la
scelta dovrebbe cadere su Preziosa. Ma in questi giorni, in vista della
successione, l’Esercito sta cercando di far valere un’altra prassi: quella che,
in forza del maggior numero di militari, prevede che il capo di stato maggiore
dell’esercito sia per due volte consecutive espressione dell’esercito.
Nonostante il tam
tam degli ultimi mesi, non sono invece previsti
cambiamenti nei Servizi segreti. Arturo Esposito, capo dell’Aisi (il servizio segreto civile), pur
avendo raggiunto l’età della pensione, non incorrerebbe secondo la valutazione
di palazzo Chigi nell’applicazione del divieto del trattenimento in servizio.
«Nell’intelligence», spiegano fonti accreditate, «non vale questa regola».
Tanto più che Esposito ha avuto dal governo di Mario Monti un contratto di
quattro anni che scade nel 2016. Esattamente quando terminerà anche l’incarico
di Giampiero Massolo, direttore del Dipartimento delle Informazioni per la
Sicurezza, e quello del capo della Polizia, Alessandro Pansa. Alberto Manente, capo
dell’Aise (l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna), è stato nominato da
Renzi nell’aprile scorso e dunque scadrà nel 2018.
tratto dal Messaggero