Militare perde l’equilibrio in esercitazione, la bomba a mano esplode: feriti 5 alpini
Tutto è accaduto ieri nel primo pomeriggio sulle montagne della Val d’Oten. Secondo le poche notizie filtrate un militare avrebbe perso l’equilibrio per qualche motivo (forse inciampato o altro) e così il lancio della bomba a mano che stava compiendo sarebbe finito in modo non previsto. Gli alpini stavano esercitandosi simulando la fase finale di un assalto, che prevede proprio il lancio dell’ordigno da guerra contro il simulacro di un nemico. La bomba sarebbe del tipo “Srcm” detta anche “diavolo rosso”, una bomba a mano, attualmente in dotazione all’Esercito Italiano. È finita a terra esplodendo troppo vicino ad alcuni alpini. L’ordigno era a circa un metro dai militari che sono stati colpiti dalle schegge. La paura è stata tanta: l’onda d’urto dopo l’esplosione è stata molto potente e lo scenario ha fatto temere il peggio. Gli altri alpini sono subito accorsi in aiuto dei 5 compagni coinvolti nell’esplosione e colpiti dai frammenti chi al collo, chi al polpaccio. Tra i feriti c’erano anche due ufficiali comandanti.
Immediata la corsa all’ospedale di Pieve di Cadore con mezzi militari. I cinque alpini sono stati affidati alle cure del pronto soccorso del Papa Giovanni II. Le condizioni non destano preoccupazione, tanto che tutti e 5 (si tratta di militari dell’Esercito italiano di età varie, anche oltre i 40 anni) sono stati poi subito dimessi. Non è stato neanche necessario l’intervento dei carabinieri trattandosi di un incidente che non richiedeva alcun accertamento ulteriore. Insomma una fatalità senza alcun responsabile.
Da settimane gli alpini del 7° reggimento alpini della brigata Julia di stanza a Belluno, hanno condotto esercitazioni in Val d’Oten con assalti a fuoco. La cronaca di queste giornate è stata fatta dal sito “difesaonline.it”, dove vengono spiegate con precisione le varie tecniche utilizzate. Si parla di fase dell’attacco il Nucleo SAOV (Sorveglianza ed Acquisizione Obiettivi Visuale), tecniche del Mountain Warfare. «La “verticalità” -spiegano – è uno dei principi cardine che caratterizza le truppe da montagna, essa è intesa come una capacità di vivere, muovere e combattere in luoghi caratterizzati appunto da quote elevate e pareti strapiombanti e deve quindi, come in questo caso essere sfruttata a proprio vantaggio». Spiegano anche le armi che vengono utilizzate: dal mortaio da 60 mm., al GLX con le granate da 40 mm., alle armi di reparto (MINIMI e MG) nonchè l’ARX 160.

