Carabinieri

Milano choc: carabiniere brutalmente aggredito e rapinato da quattro egiziani

Quattro contro uno

Un brigadiere dei Carabinieri di 53 anni, in servizio alla Legione Lombardia, viene assalito alle spalle da quattro giovani egiziani. Succede il 30 luglio, poco prima delle 16, a Gessate. L’uomo, in divisa fino a pochi minuti prima, torna a casa dopo una giornata di lavoro. Ma a poche centinaia di metri dalla caserma diventa preda di un branco.

Gli strappano con violenza la catenina d’oro dal collo. Quando si volta, lo accecano con lo spray urticante. Gli occhi bruciano, la vista si annebbia. Cerca di comporre il 112 ma non ci riesce. Eppure, barcollante, tenta persino di inseguirli.

La fuga codarda

I quattro, vestiti di nero e convinti di averla fatta franca, scappano verso la stazione e salgono sul primo treno diretto a Milano. Quattro contro uno, un carabiniere a terra: il branco fugge, certo dell’impunità.

Non sanno però che il personale Atm, accorso in aiuto del brigadiere, ha già dato l’allarme e messo in moto la macchina della caccia all’uomo.

Il blitz sul treno

Il convoglio viene bloccato a Cernusco. Porte serrate, carabinieri che salgono dalla testa del treno e perquisiscono vagone per vagone. La caccia finisce presto: i quattro vengono trovati a bordo.

Nelle tasche di un ventenne, la prova più schiacciante: la catenina rubata. Recuperato anche lo spray urticante. Fine del gioco. Gli aggressori — tutti tra i 19 e i 22 anni — vengono arrestati per rapina in concorso e portati a San Vittore.

Milano, capitale della violenza

Questo episodio non è un caso isolato. È il volto quotidiano di una Milano che si conferma capitale italiana dei reati predatori. I numeri sono impietosi:

  • 128 rapine ogni 100 mila abitanti (quasi il triplo della media nazionale di 43,5)
  • 85.100 furti con destrezza in un anno
  • 3.360 rapine denunciate
  • 1.620 casi di spaccio e traffico di droga
  • Seconda in Italia anche per violenze sessuali e scippi

Sono passate quasi tre settimane e quella vicenda è già finita nel dimenticatoio, come fosse routine. Ma routine non è. Un’aggressione che racconta tutta la spregiudicatezza di chi si muove per le vie della metropoli sicuro di poter colpire chiunque.

Milano continua a vivere, a correre, a fingere. Ma dietro i suoi grattacieli e le sue vetrine, resta una verità che pesa come un macigno: la violenza urbana non ha più paura di nulla.

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