MARESCIALLI DELL’ESERCITO COSA ASPETTATE A RIPRENDERVI LA VOSTRA DIGNITÀ?
(di Luca Marco Comellini) – Lo scorso 28 gennaio il Consiglio di Stato ha ampiamente dimostrato che all’interno del Consiglio Centrale della rappresentanza militare delle Forze armate (Co.Ce.R.) dal luglio del 2012 siedono quattro marescialli dell’Esercito eletti in modo irregolare. Infatti il procedimento che ne ha determinato l’elezione alla carica di rappresentanti dei militari, in seno al citato Consiglio, è stato annullato dall’Organo della Giustizia amministrativa perché una scheda elettorale era stata falsamente dichiarata deteriorata e quindi sostituita permettendo con ciò ad un militare elettore di ripetere il voto.
Ora il maresciallo dell’Esercito Alessandro Mosti, autore del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica che ha fatto emergere l’illecito, che già all’indomani di quelle elezioni io stesso avevo denunciato, corre gravissimi rischi per la sua salute e per la sua carriera. Infatti, nei confronti del coraggioso militare è stato avviato il terzo gravissimo procedimento disciplinare per privarlo della sua libertà. Dagli atti emerge chiaramente che anche questa violenta azione è il frutto di un patto scellerato appositamente studiato e portato avanti con metodo scientifico per annichilirne la salute sotto il profilo psicologico, il decoro e la reputazione e, quindi, con l’ennesimo procedimento creare le condizioni necessarie per far venir meno uno dei requisiti essenziali per poter partecipare alla ripetizione delle operazioni di voto per l’elezione dei delegati del Cocer, Sezione Esercito, categoria “B”.
Il maresciallo Mosti è stato accusato di aver omesso di comunicare, nel 2013, la presunta perdita di uno dei requisiti previsti dalla legge per lo svolgimento del mandato elettivo in seno al Consiglio Intermedio della Rappresentanza militare per l’effetto della concessione, da parte della medesima amministrazione, che oggi procede disciplinarmente, di un provvedimento di aspettativa dal servizio per motivi di salute, peraltro dipendenti da causa di servizio, i cui effetti sono chiaramente stabiliti dalla legge.
Oltreché assurda la motivazione su cui poggia il procedimento disciplinare avviato dal Comandante del Policlinico Militare – Dipartimento Lungodegenza -, evidenzia una totale e pericolosa confusione, se non una cronica carenza di una corretta funzione di comando nell’esercizio della potestà sanzionatoria. Cosa aspetta la ministra della difesa Roberta Pinotti per dare finalmente esecuzione al decreto del Presidente della Repubblica che dallo scorso 18 aprile sta ignorando con grave pregiudizio dei diritti di tutti i militari, permettendo, tra le altre, ai 4 marescialli decaduti per l’effetto del citato decreto di continuare illegittimamente ad esercitare delle funzioni e ad usare dei titoli che non posseggono, causando inoltre un possibile danno erariale per le note spese di missione da questi eventualmente percepite.
Dopo numerosi appelli rivolti alla ministra della difesa e finiti nel vuoto ritengo che la situazione sia oltremodo inaccettabile e, quindi, è con ferma determinazione che mi rivolgo direttamente al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedergli fino a quando il maresciallo Alessandro Mosti dovrà essere oggetto di così gravi e ingiustificate azioni disciplinari che nei fatti rappresentano dei veri e propri atti di inaudita violenza tesi ad prevaricarne i diritti e fiaccarne il morale, l’onore e la dignità, finanche la salute.
Presidente Mattarella la ministra della difesa Roberta Pinotti e i suoi generali non hanno ancora dato esecuzione alla sua decretazione dello scorso 18 aprile con la quale ha accolto il ricorso straordinario a lei rivolto dal maresciallo dell’esercito Alessandro Mosti. Presidente sono indignato per la mancanza di rispetto che il vertice politico e militare sta riservando a lei, a tutti gli onesti marescialli delle Forze armate, a tutti gli onesti cittadini italiani sulle cui tasche pesano i costi della rappresentanza militare per oltre 4 milioni di euro all’anno. Presidente, sento il dovere di rivolgermi a lei e chiederle il suo più autorevole intervento perché anche la democrazia interna alle forze armate merita la sua massima attenzione.