Luongo alla guida dell’Arma: La Fortuna “Una svolta necessaria che tutti attendevano. Da oggi cambia il vento”
Con l’insediamento del Generale Salvatore Luongo come Comandante Generale dell’Arma, si apre un capitolo di cambiamenti che tutti attendevamo da tempo.
Il Generale Luongo incarna la guida ideale per portare una ventata di novità e riforme in un’organizzazione che, secondo molti, non rispecchia più le esigenze dei tempi moderni. Negli ultimi anni, infatti, si è registrato un crescente disagio ai vari livelli gerarchici, soprattutto tra il personale che presta servizio nei Reparti della linea territoriale operativa, come ad esempio la storica Stazione, presidio di polizia presente in tutte le comunità, anche quelle più remote, del territorio.
È il Segretario Nazionale USMIA Carabinieri Giuseppe La Fortuna a commentare questa nomina: “L’arrivo del Generale Luongo non rappresenta solo una svolta istituzionale, ma un chiaro segnale di modernità e discontinuità politica. Diversamente dai due ultimi predecessori, nominati da governi tecnici o con inclinazioni ideologiche opposte a quelle dell’attuale esecutivo, Luongo è una figura apprezzata per la sua neutralità e per la sua visione istituzionale e trasversale.”
La Fortuna sottolinea inoltre come questa scelta rappresenti una volontà politica inequivocabile, sostenuta da un governo legittimato dal voto popolare e che pertanto rafforza il legame tra l’Arma e il cittadino.
Negli ultimi anni, i Carabinieri hanno affrontato un periodo di crescente malessere, alimentato anche da direttive e circolari spesso considerate “incomprensibili”, distanti dalle reali esigenze operative e che hanno causato gravi disagi per le famiglie dei militari.
A tal riguardo, La Fortuna ha richiamato l’attenzione sulla circolare relativa alle cosiddette lunghe permanenze, che ha colpito il personale dei reparti speciali — un tempo eccellenza dell’Arma e motivo d’invidia per le altre forze di polizia — e i Comandanti di Stazione, nonché i loro vice, penalizzando la continuità e la sicurezza del territorio; figure cardine trasferite e demansionate in altri reparti, senza tener conto del loro grado e delle competenze acquisite anche con l’esperienza.
Queste decisioni hanno diffuso malcontento e contribuito a generare un clima di crescente demotivazione tra i Carabinieri, allontanando l’Arma dai principi di supporto, efficienza e meritocrazia.
Il Generale Luongo, forte di una carriera profondamente radicata nei reparti operativi e con un profondo legame con il personale giovane, anziano di servizio e anche in pensione, rappresenta un ritorno ai valori di efficienza e vicinanza al territorio, richiamando alla memoria la gestione del Generale Gallitelli.
La sua nomina è vista come un’opportunità per ristabilire il prestigio dell’Arma e garantire che le scelte di comando siano guidate dal “merito” e da un approccio incentrato sul servizio e sul rispetto delle esigenze di chi indossa con sacrificio e onore la divisa.
Con la leadership di Luongo si prospetta un rinnovato impegno nel ripristinare il benessere del personale e nell’affrontare le sfide moderne, conservando intatte quelle nobili tradizioni che da sempre contraddistinguono l’Arma.
La Fortuna conclude: “Ai Carabinieri non interessa lo “ius soli”; tali questioni – indubbiamente importanti e di grande attualità – devono restare di stretta competenza del potere politico. Il Comandante Generale deve piuttosto occuparsi dei diritti e della tutela dei suoi 110.000 uomini e donne, delle loro condizioni di servizio, abitative e salariali. Al nostro Generale Luongo il più fervido augurio affinché, grazie a una policy ispirata, sensibile e sempre aperta al dialogo e al confronto, possa riportare la Benemerita ai livelli di eccellenza e di efficienza che ne hanno contraddistinto la gloriosa e secolare storia.”