Lungaggini nell’adeguamento stipendiale e nella corresponsione degli arretrati. “Non prima del mese di giugno”
Il contratto di lavoro é stato firmato ormai da mesi, per la precisione il 23 dicembre dell’anno scorso, ma gli adeguamenti stipendiali e la corresponsione degli arretrati sono ancora un miraggio.
La questione più inquietante, inoltre, sono i tempi ancora lunghi che sembrano prospettarsi all’orizzonte e che fanno ipotizzare una conclusione dell’iter non prima del mese di Giugno.
Dopo tre anni di attesa di un rinnovo contrattuale, con luci ed ombre, appare assurdo dover attendere ancora più di sei mesi per vedersi corrispondere quanto spettante.
Per queste ragioni, il SINAFI, insieme ad altre sigle autorevoli, alcune delle quali maggiormente rappresentative nel panorama sindacale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico, hanno scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri di riferimento per un loro intervento risolutivo della problematica.
“Nonostante l’attesa per veder rinnovato il contratto sia stata di ben tre anni – si legge nella lettera – le lungaggini inerenti il perfezionamento delle procedure contrattuali continuano a protrarsi suscitando forte malumore nel personale rappresentato. Pur consapevoli della fisiologia dei tempi inerenti l’iter burocratico, che probabilmente ha risentito della concomitante elezione del Capo dello Stato, non giustifica un adeguamento che verosimilmente arriverà a più di sei mesi dalla sottoscrizione dell’accordo. Appare, pertanto, non accettabile per il personale di un comparto che attende da anni di veder crescere il proprio salario, una tempistica così eccessivamente lunga. Si chiede – conclude la lettera – di mettere in atto tutte le azioni necessarie affinché l’adeguamento e la corresponsione di quanto previsto nel contratto, sia riguardo all’aumento economico fisso e continuativo e agli arretrati dovuti, sia alla rivalutazione delle indennità, avvenga in un termine inferiore a quello che al momento viene paradossalmente prospettato.”
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