LO SFOGO DI DEL SETTE: “ERRORE LIBERARE IGOR PER BUONA CONDOTTA”
FERRARA. E se Norbert Feher/Igor Vaclavic fosse stato catturato la sera stessa in cui uccise la guardia volontaria Valerio Verri e ferì la guardia provinciale Marco Ravaglia? E se non fosse stato scarcerato con anticipo grazie a uno sconto di pena? Se la storia non si fa con i se, per la cronaca il discorso è un po’ diverso. Fioccano le domande. Ma anche le affermazioni che si vestono del sapore aspro dell’accusa. «Non abbiamo mai mollato un giorno la ricerca di questo pericolosissimo individuo – ha dichiarato ieri il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette – Gli ultimi sviluppi hanno dimostrato quanto sia effettivamente pericoloso e che grosso peccato sia stato metterlo in libertà nel 2015 quando ancora doveva scontare degli anni di galera». Una presa di posizione secca che arriva da un “servitore dello Stato” e punta il dito contro il sistema giudiziario nazionale. Forse anche contro la scelta compiuta da un giudice.
L’aspetto merita di essere approfondito e le date possono essere d’aiuto. Dal bilancio delle azioni “mancate” emergono due condanne – globalmente a 9 anni e 4 mesi di reclusione – tra il 2007 e il 2015, entrambe ridotte per «liberazione anticipata» di ben 630 giorni, quasi 2 anni, per buona condotta. Che si esaurisce con la detenzione in carcere, perché fuori sono stati spiccati a suo carico due Mandati di arresto europeo (Mae) dall’Italia (per rapine) e dalla Serbia (rapine e stupro).
In dieci anni, tra il 2007 e il 2017, Igor/Norbert compare più volte negli atti giudiziari italiani, riuscendo a sfuggire grazie ad una doppia identità alle maglie dei controlli, delle verifiche investigative, dell’esame delle impronte digitali col sistema Afis che dà un risultato solo quando immagazzina dati completi. Che nel suo caso non è mai accaduto. Nella sua vita ferrarese (ma non su Facebook, dove ha aperto un profilo col suo vero nome) Igor non è mai Norbert. Come Igor, ha una lunga fedina penale. Un casellario con l’elenco dei reati commessi, e sono tanti. Quattro rapine, due tentate rapine, una lesione personale, un furto, una razzia in abitazione, due violazioni alle norme sul controllo armi (il possesso di archi e frecce, asce e altro), solo per contare alcune delle sentenze che lo riguardano. Senza dimenticare il processo in corso per le tre rapine dell’estate 2015, a Coronella, Mesola e Villanova, commesse con i complici Ivan Pajdek e Patrik Ruszo. Ciò che balza agli occhi sfogliando le pagine del casellario giudiziale è il conteggio dei giorni che lui, detenuto nel carcere di Rovigo prima, tra il 2007 e il 2010, e poi di Ferrara, tra il 2011 e il 2015, ha avuto a titolo di “sconto”, come premio per la buona condotta. In cella Igor/Norbert era davvero un’altra persona, confermano gli atti giudiziari: senza aver mai creato problemi all’amministrazione carceraria il futuro assassino di Davide Fabbri e di Valerio Verri in Italia e di altre tre persone in Spagna riesce a farsi tagliare la bellezza di 21 mesi di detenzione, ottenendo sia nel 2010 che nel 2015, la liberazione anticipata. Igor Vaclavic (allora negli atti non compariva con la vera identità di Norbert Feher, serbo, accusato di rapina e stupro) entra in carcere nel 2007 per tre rapine commesse ad Argenta, Ostellato e Portomaggiore.
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L’1 ottobre 2008 viene condannato alla pena di 4 anni di reclusione: in carcere è un detenuto modello, non crea problemi, parla solo col cappellano, guarda cartoni animati e odia il calcio. Tra il 2008 e il 2009 colleziona la bellezza di 180 giorni di pena ridotta, nel 2010 gliene vengono riconosciuti altri 90 (il calcolo premiale dei giorni è semplice: ogni 6 mesi di buona condotta si ha diritto al bonus di 45 giorni di liberazione anticipata). Igor/Norbert esce dal penitenziario il 13 settembre 2010, 270 giorni prima della scadenza fissata in origine. Armato di ascia semina il terrore ad Argenta: compie una rapina il 21 ottobre, ne tenta due il 27 ottobre, ferisce una persona il 23 settembre e passa ai furti: ad Argenta il 7 novembre, un altro il 12. Poco dopo arriva l’arresto, poi il processo. Igor il russo viene condannato a 5 anni e 4 mesi (abbreviato, pena base: 9 anni) dal giudice Bighetti: è il 24 maggio 2011.
Finisce all’Arginone e mette in fila i giorni premio per buona condotta: 135 tra 2011 e 2012, poi 45 giorni, per 5 volte, ogni sei mesi, fino al 2015. In tutto, 360 giorni: esce l’1 gennaio 2015. E così somma ben 630 giorni di bonus dallo Stato italiano. Per il carcere resta un detenuto modello. Ora ci è rientrato, in Spagna, mentre anche l’Italia chiede di poterlo processare per fargli scontare una lunga pena. Durante la quale potrà ancora ottenere sconti per buona condotta, ma questa volta calcolati su un cumulo di anni molto più alto. (La Nuova Ferrara)