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L’ITALIA IGNORA LO SFOGO DELL’ESERCITO: “ABBIAMO BISOGNO DI FONDI, SIAMO OSTAGGIO DEI CONTINUI TAGLI AL BILANCIO”

(di Franco Iacch) – In vista di una
possibile presenza militare in Libia, il comandante dell’Esercito italiano ha
affermato che sarebbero necessari ulteriori fondi così da tracciare
investimenti a lungo termine. Lo sfogo del generale Danilo Errico è stato (ma
non è una novità) ignorato in Italia, ma non a livello internazionale.

Parlando ad una conferenza a
Roma il 12 gennaio scorso, Errico ha ricordato che l’Esercito è stato
responsabile del 75 per cento di tutte le operazioni italiane avvenute durante
la seconda guerra mondiale.
L’Esercito – sottolineano da DefenseNews – guarda
con un pizzico di invidia i fondi, pari a sei miliardi di dollari, ottenuti
dalla Marina Militare per l’acquisizione di alcuni vettori. Anche l’Aeronautica
italiana, seppur lentamente, continua il suo riarmo con i novanta F-35
appaltati
.
“Bilanci paralizzati o ritoccati, hanno
rallentato la manutenzione e le operazioni di spesa per tutti i servizi. Ciò ha
paralizzato la prontezza operativa dell’esercito”.
L’Italia si è detta pronta a guidare il
possibile invio di forze di peacekeeping straniere in Libia, anche solo per
offrire formazione alle truppe lealiste sul campo. Rilevano da DefenseNews. “I responsabili
delle imprese italiane (Finmeccanica, Iveco, Beretta e Aero Sekur), fornitori
principali dell’esercito, hanno espresso il loro sostegno ai piani di spesa a
lungo termine in grado di aggirare i capricciosi bilanci dei governi di turno”.

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L’Italia ha recentemente spostato la
proiezione di spesa a tre anni
. Stime però ostaggio di tagli imprevisti. La previsione
di spesa sarà contenuta nellaStrategic Defense Review che sarà
pubblicata entro l’anno.

Sarebbe opportuno rilevare che la base
dottrinale della strategia prevede il predominio militare italiano nel
Mediterraneo. Nel nuovo documento, si dovranno delineare, conti alla mano, le
strategie per mettere in atto tale dottrina. L’esercito italiano ha un estremo
bisogno (oltre ai già noti pacchetti per la digitalizzazione delle
comunicazioni) di nuovi mezzi, elicotteri ed aerei. L’esercito preme, ad
esempio, per una nuova versione del Mangusta AW-129, dotata di tecnologia MUT
(Manned-Unmanned Teaming). L’Esercito italiano, infine, continua il suo
ridimensionamento: da 103.000 a 90.000 unità, da undici a nove brigate.
Il programma “Soldato Futuro”
Digitalizzare e collegare la fanteria
sul campo di battaglia. Questo l’obiettivo principale del programma “Soldato
Futuro” dell’Esercito italiano che, in teoria, dovrebbe essere pronto ad
entrare in produzione. Dopo una serie di problemi, legati ad una massiccia quantità
di informazioni dei sistemi implementati che avrebbero sovraccaricato i sistemi
(ed i soldati), il Soldato Futuro è stato semplificato e
dovrebbe essere operativo nella sua interezza.
Lanciato nel 2002, il programma Soldato
Futuro
 è realizzato dall’esercito e da un consorzio di imprese (tra
cui Iveco, Oto Melara e Beretta) guidate da Selex, nel tentativo di
equipaggiare il soldato italiano del XXI° secolo. L’iniziativa fa parte di un
programma più ampio denominato Forza NEC, che prevede la digitalizzazione dei
veicoli, come il VBM Freccia, in una struttura net-centrica.
Con un budget di 1,1 miliardi di euro,
il programma Forza NEC (Network Enabled Capabilities) ha richiesto (solo per il
2015) 235 milioni di euro, secondo quanto emerge dal bilancio del governo. Nel
2010, il programma è entrato in fase di “risk reduction”. Alcune componenti del
programma Soldato Futurosono state testate durante la Trident
Juncture
, la più grande esercitazione annuale della NATO che si è svolta in
Italia, Spagna e Portogallo con unità terrestri, aeree e navali e con forze
speciali di tutti i paesi Nato.
La brigata meccanizzata Pinerolo dell’Esercito
italiano è stata scelta per testare le nuove tecnologie. Sappiamo che il
software principale del programma Soldato Futuro è ormai
maturo, così come il visore notturno che è stato già testato in Afghanistan ed
il nuovo elmetto da 800 grammi.
Completano la suite anche giubbotti
antiproiettile ed indumenti protettivi contro le minacce chimiche, biologiche e
nucleari. La telecamera termica dovrebbe essere disponibile per ogni plotone
entro il 2016.
Il fucile d’assalto ARX-160 della
Beretta (testato in Afghanistan) è praticamente pronto: ogni squadra riceverà
anche una versione con lanciagranate. Il cecchino di ogni plotone sarà
equipaggiato con il fucile da 7,62 millimetri ARX-200 (foto), dotato di ICS
(Intelligent Combat Sight) sviluppato da Steiner, società controllata da
Beretta.
I comandanti di plotone, infine, saranno
dotati di una sorta di tablet che collegherà in rete l’intera formazione. Il
carico medio del soldato sarà di 30/40 chili: peso ritenuto accettabile per
movimenti rapidi.

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L’esercito italiano starebbe procedendo
alla revisione finale per stabilire cosa andrà in produzione. Ad ogni
modo, il programma del soldato del futuro italiano è stato fortemente rivisto e
semplificato rispetto a quanto immaginato dieci anni fa. Cancellati, ad
esempio, gli occhiali (una sorta di Google Glass) collegati in
Bluetooth per la condivisioni delle immagini o la capacità di connessione in
Wi-Fi per comunicazioni entro i cento metri tra uomini e veicoli. Proposte
eliminate.

E’ solo una questione di fondi
Il “Software Defined Radio” (un sorta di
ricevitori radio software multistandard) ha quasi raggiunto lo stesso prezzo di
un Lince dell’Esercito. Forza Nec prevede, infatti, il
riutilizzo dei sistemi già in dotazione alle forze armate. La Pinerolo ha
ricevuto i Freccia in svariate versioni (combattimento,
anticarro, con mortaio, posto di comando, ISTAR e versioni di recupero), e
dovrebbe essere interamente digitalizzata entro i prossimi tre anni.

Il Network Enabled
Capabilities
 mira ad integrare tutti sistemi principali delle forze
armate dell’esercito: SiacconSicconaBlue
Force Situational Awareness
 ed il Software Defined Radio.

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