L’Esercito Italiano compra carri da Germania e Svezia. Rsu Leonardo: “E l’industria nazionale?”
Vogliono vederci chiaro sul futuro di Leonardo, ribadiscono la propria contrarietà ad ogni anche solo paventata ipotesi di spacchettamento e vedono una potenziale commessa milionaria finire all’estero. Sono le rsu Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm di Leonardo Sistemi Difesa a seguito dell’audizione del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il generale Pietro Serino, che si è tenuta nei giorni scorsi presso la Commissione Difesa alla Camera.Tra i punti messi in evidenza dal generale: il radicale cambio geopolitico internazionale, il rinnovamento del parco mezzi delle attrezzature dell’esercito e la necessità di una “legge terrestre” sull’esempio di quella varata anni fa per la Marina Militare. Ad attirare l’attenzione delle rsu altri due aspetti, messi in evidenza dal generale: la proposta di un Polo nazionale degli Armamenti Terrestri che abbia come baricentro il consorzio C.I.O. (Iveco-Oto Melara). Infine, per quanto riguarda il rinnovo del parco mezzi, la scelta dell’Esercito Italiano, accanto all’ammodernamento dei carri Ariete, l’acquisto del carro pesante Leopard2 di produzione tedesca e del CV90 svedese per sostituire i vecchi carri Dardo.
“Accogliamo con favore la proposta del Generale Serino di un Polo nazionale degli Armamenti Terrestri. Non comprendiamo, però, come questa proposta si possa conciliare con le dichiarazioni che vedrebbero la selezione da parte dell’Esercito Italiano di un mezzo tedesco e di un mezzo svedese. Quale sarebbe il ruolo dell’industria nazionale in questo contesto? L’industria nazionale verrebbe esclusa dal rinnovamento delle nostre Forze Armate? Leonardo è in grado, da subito, di fornire torrette di piccolo, medio e grande calibro, l’elettronica, le ottiche e tutta la sensoristica necessaria”.
Tra i punti messi in evidenza dal generale: il radicale cambio geopolitico internazionale, il rinnovamento del parco mezzi delle attrezzature dell’esercito e la necessità di una “legge terrestre” sull’esempio di quella varata anni fa per la Marina Militare. Ad attirare l’attenzione delle rsu altri due aspetti, messi in evidenza dal generale: la proposta di un Polo nazionale degli Armamenti Terrestri che abbia come baricentro il consorzio C.I.O. (Iveco-Oto Melara). Infine, per quanto riguarda il rinnovo del parco mezzi, la scelta dell’Esercito Italiano, accanto all’ammodernamento dei carri Ariete, l’acquisto del carro pesante Leopard2 di produzione tedesca e del CV90 svedese per sostituire i vecchi carri Dardo.
“Accogliamo con favore la proposta del Generale Serino di un Polo nazionale degli Armamenti Terrestri. Non comprendiamo, però, come questa proposta si possa conciliare con le dichiarazioni che vedrebbero la selezione da parte dell’Esercito Italiano di un mezzo tedesco e di un mezzo svedese. Quale sarebbe il ruolo dell’industria nazionale in questo contesto? L’industria nazionale verrebbe esclusa dal rinnovamento delle nostre Forze Armate? Leonardo è in grado, da subito, di fornire torrette di piccolo, medio e grande calibro, l’elettronica, le ottiche e tutta la sensoristica necessaria”.“I nostri prodotti si collocano tra i migliori sul mercato e sono dotati delle ultime tecnologie – continuano le rsu -. Siamo quindi sicuramente in grado di fornire i mezzi necessari alle nostre forze armate da integrare su veicoli di produzione nazionale o estera. Non comprendiamo quindi una scelta in una direzione così opposta” sottolineano.
In merito all’ipotesi di cessione della business unit: “I lavoratori si opposero all’ipotesi di vendita e di spacchettamento delle quattro linee di business, che venne bloccata e bocciata dal Governo Draghi e da tutte le forze politiche, che concordarono con il sindacato sulla strategicità per il Paese di questa industria – aggiungono -. Come rsu riteniamo fondamentale ricercare alleanze o collaborazioni internazionali in un’ottica di integrazione europea che possano garantire la governance e sovranità nazionale sulla progettazione, produzione e manutenzione nel settore terrestre entrando di fatto nel progetto del carro europeo. Un tema che indubbiamente dovrà essere affrontato dal nuovo governo, oltre che dal nuovo management di Leonardo in vista dell’imminente rinnovo del consiglio di amministrazione”.
“Ribadiamo comunque la posizione della rsu di Leonardo Sistemi di Difesa: mantenimento governance italiana, mp a spacchettamenti delle linee di business o dei siti, mantenimento della sovranità tecnologica nazionale e della proprietà intellettuale, mantenimento della produzione e manutenzione dei prodotti in Italia – conclude -. La rsu di Leonardo Sistemi di Difesa interesserà le Istituzioni e le forze politiche sull’ipotesi espressa in audizione alla Camera, per evidenziare i danni che simili scelte potrebbero fare sull’industria spezzina, intesa anche come indotto, che avrebbero inoltre un’incidenza sulla sicurezza e strategicità della nostra azienda a livello nazionale”.
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