Legge di Bilancio 2025: Le novità presentate per il comparto Difesa
La relatrice Paola Maria Chiesa (FDI) ha presentato un’analisi dettagliata del disegno di legge di bilancio 2025, con particolare attenzione alle disposizioni riguardanti il settore della Difesa. Il provvedimento si inserisce nel contesto della nuova governance economica europea, entrata in vigore lo scorso aprile.
Struttura e dotazione finanziaria
Il bilancio della Difesa per il 2025 prevede stanziamenti complessivi pari a 31,29 miliardi di euro, registrando un incremento significativo del 7,2% (+2,1 miliardi) rispetto al 2024. Di questi, il 69,2% è destinato alle spese correnti, mentre il 30,8% agli investimenti in conto capitale. Il comparto rappresenta il 3,4% della spesa finale del bilancio statale.
Personale e trattamenti economici
Una delle misure più rilevanti riguarda l’incremento dei trattamenti economici accessori per il personale non dirigente delle Forze armate e di polizia, con uno stanziamento di 55,3 milioni di euro a partire dal 2025. La ripartizione prevede:
- 16,67 milioni per le Forze armate
- 13,91 milioni per l’Arma dei carabinieri
- 12,34 milioni per la Polizia di Stato
- 7,82 milioni per la Guardia di finanza
- 4,56 milioni per la Polizia penitenziaria
Accessorio vs strutturale: gli interventi economici
Lo stanziamento di 55,3 milioni di euro dal 2025 per il personale non dirigente punta decisamente sulla leva dello straordinario, un’arma a doppio taglio nel panorama retributivo del comparto. Se da un lato promette compensazioni immediate per l’intensificazione dei servizi, dall’altro questo “bonus” resta, molto spesso, appannaggio di una platea selezionata e soprattutto traccia un solco minore nel futuro pensionistico degli operatori. Una scelta che preferisce la flessibilità dell’accessorio all’impatto duraturo di un adeguamento delle voci fisse, delineando un quadro dove all’aumentata richiesta operativa corrisponde una gratificazione economica dal respiro limitato.
Operazioni di sicurezza nazionale
Il provvedimento proroga fino al 2027 l’operazione “Strade sicure”, che prevede l’impiego di 6.000 militari per la vigilanza di siti sensibili, con uno stanziamento annuo di 198,39 milioni di euro. Parallelamente, viene estesa anche l’operazione “Stazioni sicure” con ulteriori 800 unità per la sicurezza delle infrastrutture ferroviarie, per cui sono previsti 40,49 milioni annui.
Sicurezza urbana: tra annunci e realtà
Le recenti dichiarazioni del ministro Crosetto a Venezia sulla riduzione della presenza militare nelle strade sembrano contrastare con le disposizioni della legge di bilancio 2025. Mentre il ministro prospetta “dal prossimo anno” un maggior impiego delle forze di polizia e un ritorno dei militari alle loro funzioni primarie, il testo della manovra finanziaria consolida l’operazione “Strade sicure” fino al 2027, con uno stanziamento di 198,39 milioni annui per 6.000 militari, più ulteriori 40,49 milioni per gli 800 effettivi di “Stazioni sicure”. Un divario tra la visione prospettata e gli strumenti finanziari predisposti che definirà l’assetto della sicurezza urbana nel prossimo triennio.
Innovazione e cooperazione internazionale
Significativo il rifinanziamento della partecipazione italiana al NATO Innovation Fund, con uno stanziamento di 7,72 milioni di euro annui dal 2025 al 2027. Il fondo è destinato al sostegno di start-up innovative nel settore della difesa e sicurezza.
Razionalizzazione della spesa
Il piano prevede anche misure di ottimizzazione, tra cui una riduzione degli oneri correlati alla riduzione organica del 15,58% dal 2025, con un risparmio previsto di 24,46 milioni di euro. Inoltre, il Ministero della Difesa contribuirà al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica con una riduzione di spesa di circa 57 milioni nel 2025.
Missioni internazionali e industria della difesa
Nel bilancio del Ministero dell’Economia è previsto un Fondo per le missioni internazionali di 1,34 miliardi per il 2025, con un significativo rifinanziamento di 1,27 miliardi. Dal 2026, il fondo sarà dotato di 1,57 miliardi annui.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy gestirà inoltre 2,93 miliardi per i programmi di approvvigionamento dei sistemi d’arma, con un incremento netto di 811,7 milioni considerando i tagli e i nuovi stanziamenti.
Il ping pong della previdenza complementare
La previdenza complementare del comparto sicurezza e difesa resta, invece, un nodo irrisolto e continua il suo rimbalzo istituzionale: da un lato il contratto che dovrebbe prevederla, dall’altro la legge di bilancio che dovrebbe finanziarla. Un circolo vizioso che lascia in sospeso uno strumento essenziale per bilanciare gli effetti del sistema contributivo su un comparto già penalizzato da limiti di età più bassi e specificità professionali. Il risultato è un vuoto normativo e finanziario che continua a pesare sul futuro previdenziale degli operatori. Un’attesa che si protrae mentre si consolidano scelte retributive che non incidono sul futuro previdenziale degli operatori.
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