L’Arma rompe il silenzio: la prima risposta ufficiale ad UNARMA nel caso del Capitano che ha scritto sulla fronte della carabiniera
La vicenda del Comandante della Compagnia Carabinieri di Pavullo nel Frignano ha sollevato un acceso dibattito tra l’Arma dei Carabinieri e l’Associazione professionale a carattere sindacale UNARMA. Il trasferimento del Comandante, disposto in seguito a un presunto incidente disciplinare, ha suscitato critiche da parte del sindacato, mentre l’Arma ha difeso le proprie scelte come aderenti alle normative vigenti.
La Posizione dell’Arma dei Carabinieri
In un comunicato ufficiale, il primo di risposta ad un sindacato militare, l’Arma dei Carabinieri ha sottolineato che la decisione di trasferire il Comandante non rientra nelle competenze dei sindacati militari, come stabilito dalla legge. Il provvedimento, secondo l’Arma, è stato dettato dalla necessità di garantire il completamento degli obblighi di comando previsti dal Decreto Legislativo n. 66/2010 entro il 15 settembre 2026.
Inoltre, l’Arma ha affermato di aver tenuto conto delle esigenze familiari dell’ufficiale, poiché anche la sua coniuge, anch’essa militare dell’Arma, è soggetta a obblighi di reimpiego. Parallelamente al trasferimento, sono in corso rigorosi accertamenti disciplinari e penali, questi ultimi su delega dell’Autorità giudiziaria militare.
La Critica del Sindacato UNARMA
Dall’altra parte, il sindacato UNARMA ha espresso forti critiche riguardo alle scelte dell’Amministrazione. Secondo UNARMA, il trasferimento dell’ufficiale è stato effettuato in modo affrettato e senza una valutazione adeguata delle circostanze.
Il sindacato sostiene che l’ufficiale non abbia avuto il tempo necessario per comprendere appieno il disvalore delle proprie azioni e che il suo trasferimento a un nuovo reparto potrebbe comportare due conseguenze negative: la prima è che l’ufficiale potrebbe mantenere lo stesso approccio problematico verso il personale, e la seconda è che, a causa del timore di sbagliare o di essere frainteso, potrebbe non esercitare pienamente la sua azione di comando.
UNARMA conclude il comunicato con interrogativo pungenti quali “La protezione della casta?” e “La svalutazione del problema?”, suggerendo che l’Arma potrebbe aver agito per tutelare la propria immagine e i propri ranghi piuttosto che affrontare il problema in modo costruttivo e sollevando il dubbio che l’Amministrazione potrebbe non aver colto appieno la gravità dell’incidente disciplinare e le sue implicazioni, optando invece per una soluzione rapida che potrebbe però non risolvere le questioni di fondo.
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