L’AGENTE ANDREA CAMPAGNA, UCCISO DA CESARE BATTISTI IL GIORNO IN CUI COMPRO’ L’ALFASUD USATA. “NOI ERAVAMO I VERI PROLETARI”
“Esiste una giustizia italiana. Ad alcuni piace ad altri no. Ecco, io vorrei semplicemente che Cesare Battisti tornasse qui per regolare i suoi conti con questa giustizia: un mese o 13 anni, quello che verrà stabilito. Non chiedo altro”. Parla al Corriere della Sera il fratello di Andrea Compagna, ucciso nel 1979 da Cesare Battisti, condannato all’ergastolo per l’assassinio. Maurizio Campagna ha 56 anni, un lavoro alla Telecom, una moglie e un figlio di 18 anni. Esattamente la stessa età che aveva lui quando, nel primo pomeriggio del 19 aprile 1979, suo fratello Andrea fu freddato con cinque colpi di 765 magnum.
Aveva 24 anni, lavorava in polizia, alla Digos di Milano. Faceva l’autista, ma nella rivendicazione firmata Pac (Proletari armati per il comunismo) veniva definito “torturatore di proletari”.
Maurizio dice che sarà “soddisfatto se mio figlio diciottenne vedrà completare il percorso della giustizia per l’omicidio dello zio che non ha mai conosciuto e che lavorava in polizia per portare uno stipendio in una casa di veri proletari”.