La nuova direttiva per la vita e il servizio interno di caserma: tra conferme e novità
L’Aspmi (Associazione Sindacale Professionisti Militari), sindacato di riferimento per i militari, ha espresso un primo giudizio sulla nuova direttiva n. 1039 (ex 2938) che disciplina le norme per la vita e il servizio interno di caserma, appena pubblicata dopo un periodo di grande attesa e non poche polemiche.
Come riferisce l’Aspmi, si tratta di un provvedimento molto atteso dal personale militare, anche perché nelle scorse settimane avevano iniziato a circolare voci e indiscrezioni su alcune possibili modifiche che avevano destato non poca preoccupazione. In particolare, si era parlato della possibilità che il limite di età per lo svolgimento dei servizi armati potesse essere innalzato da 50 a 60 anni.
Su questo punto, l’Aspmi è chiara: “Ci siamo prontamente opposti a tale eventualità, ritenendola inopportuna”. Ora, il sindacato può rassicurare tutto il personale militare comunicando che “la nuova direttiva mantiene il limite di 50 anni, senza apportare modifiche in tal senso”.
Cosa prevede la nuova direttiva
Dopo un controllo incrociato condotto dagli esperti dell’Aspmi emergerebbe inoltre come, “per larga parte, non risultano novità rilevanti tra la vecchia e la nuova direttiva”. Questo potrebbe significare che gran parte delle preoccupazioni emerse erano infondate.
Ciononostante, l’Aspmi evidenzia alcuni miglioramenti introdotto dalla nuova direttiva che vanno senz’altro registrati. Uno su tutti è l’abolizione della cosiddetta “disponibilità” in caserma per il personale volontario in ferma annuale (VFP1) e in ferma prefissata (VFI).
Fino ad oggi, questi militari avevano l’obbligo di rimanere nella loro unità tra le 16.30 e le 17.30 anche se non impegnati in alcun servizio. Ora, grazie alla modifica, potranno uscire liberamente da caserma già alle 16.30, così come tra l’altro avviene già nel tardo pomeriggio del venerdì, con uscita consentita alle ore 12.
Proseguendo nell’analisi della nuova direttiva, l’Aspmi evidenzia poi come “nel principio dell’autonomia decisionale e della discrezionalità del Comandante di Corpo, i servizi possano essere adattati alle esigenze locali”. In pratica, il Comandante avrà una maggior flessibilità nell’organizzare picchetti, servizi di ispezione e turnazioni sulla base delle reali disponibilità di uomini e mezzi.
Questo consentirà, ad esempio, di “abbinare il servizio di Picchetto e del SU d’Ispezione in base alla forza effettiva e disponibile dell’unità” oppure di “individuare nei Sottufficiali e nei Graduati i più meritevoli tra i gradi apicali da inserire nelle turnazioni”.
Un altro punto significativo riguarda la possibilità ora data al Comandante di “istituire specifici servizi o turni di servizio dedicati”, come un bacino di personale per la sicurezza interna dell’installazione. Inoltre, la vigilanza dell’installazione sarà “di durata prioritariamente giornaliera”.
Tuttavia, non manca qualche elemento di criticità secondo l’Aspmi. Il principale riguarda la necessità di una “definizione chiara dell’effettiva durata dei turni di servizio, per evitare impropri sfruttamenti del personale”. Su questo, il sindacato intende “restare a disposizione per eventuali chiarimenti, nell’interesse di migliorare progressivamente la disciplina a tutela di chi presta servizio”.
In definitiva, sebbene la nuova direttiva non sembri stravolgere l’impianto precedente, introducendo solo migliorie relativamente circoscritte, l’ASPMI ritiene positivo il provvedimento nel suo complesso. Rimane però ancora da chiarire compiutamente alcuni aspetti applicativi per scongiurare derive non conformi alla tutela del personale. Sul tema, il confronto con l’amministrazione militare resta aperto secondo il sindacato.
Cosa aspetti?
Al costo di meno di un caffè al mese potrai leggere le nostre notizie senza gli spazi pubblicitari ed accedere a contenuti premium riservati agli abbonati – CLICCA QUI PER ABBONARTI