La NATO vuole più soldi: ‘Il 2% del PIL non basta più per difenderci’. Rutte chiede “sacrifici” ai cittadini europei per aumentare la spesa per la Difesa
Il segretario generale della Nato chiede di aumentare gli obiettivi per la spesa militare ai Paesi membri dell’alleanza
Spendere il 2 per cento del Prodotto interno lordo per la difesa non è sufficiente. Ad affermarlo è stato il segretario generale della Nato Mark Rutte, che di fronte al Parlamento europeo, lunedì 13 gennaio, ha chiesto ai Paesi membri dell’alleanza di aumentare gli stanziamenti militari.
Lo stesso Rutte ha però evitato di commentare l’obiettivo indicato dal presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, secondo il quale occorrerebbe arrivare addirittura al 5 per cento. L’ex primo ministro olandese ha però precisato che eventuali acquisti comuni europei, assieme allo sfruttamento di infrastrutture esistenti, potrebbero contribuire a limitare la crescita della spesa a circa il 3,7 per cento del Pil.
Scholz liquida la proposta di Trump di arrivare al 5 per cento del Pil
“Spendere di più per la difesa – ha dichiarato il segretario generale della Nato – significa spendere meno per altre priorità. Ma può fare una grande differenza per la nostra sicurezza futura. In media, i Paesi europei spendono facilmente fino a un quarto del loro Pil per pensioni, sanità e sistemi di sicurezza sociale. A noi basta una piccola parte di quel denaro per rendere la difesa molto più forte. Conto quindi su di voi per fare in modo che si possa investire di più per la nostra sicurezza e per quella dei nostri figli e nipoti”.
Già 23 Paesi membri della Nato hanno rispettato le indicazioni della stessa alleanza, aumentando la spesa militare al 2 per cento del Pil. La Polonia è in testa, con oltre il 4%. Ma alcuni Stati, come Spagna e Italia, non hanno raggiunto il 2%. Per molte nazioni, di fatto, l’obiettivo del 5% è irrealizzabile. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha liquidato ad esempio le richieste di Trump come troppo onerose.
“Probabile una decisione al vertice Nato di giugno”
Secondo Maria Martisiute, analista dello European Policy Centre, “le discussioni sono in corso. Funzionari della Nato hanno spiegato che il 2% è la soglia minima, ma che gli obiettivi devono essere aumentati. Molto probabilmente ciò avverrà dopo il vertice Nato di giugno. Naturalmente, nessuno sa a quale percentuale si arriverà. Potrebbe essere il 3 per cento, forse il 3,5. Penso in ogni caso che ci sarà un quadro composito, con alcuni alleati che forse arriveranno al 5 per cento, soprattutto chi è vicino alla guerra tra Russia e Ucraina, altri forse attorno al 3,5 per cento. Ma nel complesso è certo, o quasi certo, che gli obiettivi per la spesa militare saranno rivisti al rialzo”.
Secondo le stime della Commissione europea, l’industria della difesa europea ha bisogno di altri 500 miliardi di euro nel prossimo decennio per rimanere competitiva e soddisfare l’attuale domanda.+
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