Sindacati Militari

La legge sui sindacati militari è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale

“I militari possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale per singola Forza armata o Forza di polizia a ordinamento militare o interforze”. E’ quanto prevede l’articolo 1 della LEGGE 28 aprile 2022, n. 46, ovvero la legge che disciplina le “Norme sull’esercizio della liberta’ sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare”.

Quando entra in vigore la legge sui sindacati militari.

La legge è stata pubblicata sulla gazzetta ufficiale di oggi 12 maggio 2022 ed entrerà in vigore dal 27 maggio 2022. La proposta era stata presentata a luglio del 2018. Il suo principale sostenitore era stato il Movimento 5 Stelle, che aveva già cercato di legalizzare i sindacati per i militari nel 2014. A differenza di allora, però, quattro anni fa una legge era stata resa più urgente dalla sentenza della Corte Costituzionale: ad essere dichiarato illegittimo era la parte dell’articolo del Codice dell’ordinamento militare (articolo 1475 comma 2) che vietava ai militari di avere al proprio interno delle associazioni a carattere sindacale.

I limiti della legge

Per come è stata formulata, la legge ha scontentato sia i più conservatori, secondo cui i futuri sindacati militari saranno nel migliore dei casi una cosa inutile, sia i più progressisti, secondo cui non verrebbero garantite sufficienti tutele e abbastanza potere contrattuale (questa seconda categoria ha definito la proposta una «farsa» e un «passo indietro di oltre 40 anni»).

Uno degli aspetti più controversi e discussi di questa legge, per esempio, è quello che prevede che le controversie sui rapporti di lavoro siano gestite non da un tribunale ordinario, come avviene per altre categorie di lavoratori, ma da un tribunale amministrativo: secondo il Movimento 5 Stelle e gli stessi militari, la procedura seguita da questo tipo di tribunale è molto meno conveniente per i lavoratori.

Un altro aspetto criticato è stata la definizione, nella legge, del potere contrattuale concesso ai sindacati militari: esattamente come nel caso delle “rappresentanze militari”, dalle contrattazioni è escluso ciò che riguarda i rapporti gerarchici tra militari e i modi in cui il personale viene impiegato e addestrato. In altre parole, su chi comanda e su cosa viene deciso non c’è alcun margine di discussione.

La legge prevede poi altre limitazioni, per esempio su quali militari possano e non possano aderire ai sindacati (gli allievi di certe categorie di militari, per esempio, non possono), sulla neutralità politica, sul divieto di promuovere manifestazioni indossando l’uniforme o di usare nomi che anche solo assomiglino a quelli di organizzazioni sindacali già esistenti.

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