Forze di Polizia

La legge di Bilancio 2022. Ecco le misure per le Forze Armate e di Polizia

La legge di Bilancio 2022 approvata dal Consiglio dei Ministri contiene alcune misure di interesse per le Forze Armate e di Polizia.

L’art. 26: istituisce un fondo per la perequazione del trattamento previdenziale del personale del comparto sicurezza e difesa e soccorso pubblico, 20 mln di euro per il 2022, 40 mln per il 2023 e 60 mln di euro a decorrere dal 2024.

art. 27: estensione dell’applicazione dell’aliquota del 2,44% oggi prevista per il personale militare in regime misto (art. 54 d.p.r. n. 1092/1973) anche al personale delle forze di polizia ad ordinamento civile, per un costo costo che va da 28,2 milioni di euro nel 2022 a 57,5 milioni di euro a decorrere dal 2031.

ART. 151. (Disposizioni in materia di trattamento accessorio). Le risorse destinate ai trattamenti accessori del personale possono essere incrementate, rispetto a quelle destinate a tali finalità nel 2021, con modalità e criteri stabiliti dalla contrattazione collettiva nazionale relativa al triennio 2019- 2021 o dai provvedimenti di determinazione o autorizzazione dei medesimi trattamenti, di una misura percentuale del monte salari 2018 da determinarsi, per le amministrazioni statali, nei limiti di una spesa complessiva di 200 milioni di euro annui a decorrere dal 2022.

art. 153: risorse per il rinnovo contrattuale 2022-2024 del pubblico impiego, 310 mln di euro per il 2022 e 500 mln di euro a decorrere dal 2023.

art. 158: ulteriori risorse per il contratto del personale dirigente del comparto sicurezza e difesa per 10 milioni di euro a decorrere dal 2022.

art. 159: ulteriore ennesimo rifinanziamento della missione “strade sicure” per circa 8 mln di euro nel 2022 e 137 mln di euro per il 2023.

Ma vediamo più nel dettaglio le misure.

Nel dettaglio, l’articolo 27 istituisce un fondo per la realizzazione d’interventi perequativi di natura previdenziale per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Le risorse vengono stanziate “in relazione alla specificità del personale” suddetto.

Il fondo ha una dotazione di:

20 milioni di euro per il 2022;

40 milioni di euro per il 2023;

60 milioni di euro per il 2024.

Le risorse sono destinate “all’adozione di provvedimenti normativi volti alla progressiva perequazione del relativo regime previdenziale, attraverso l’introduzione, nell’ambito degli istituti già previsti per il medesimo personale, di misure” di tipo:

compensative “rispetto agli effetti derivanti dalla liquidazione dei trattamenti pensionistici per il personale in servizio il giorno precedente la data di entrata in vigore del relativo provvedimento normativo”;

integrative delle forme pensionistiche complementari – “di cui all’articolo 26 comma 20 della legge 448 del 1998” – per il personale immesso a decorrere dalla data di entrata in vigore della manovra.

La Legge di Bilancio affronta per il personale delle Forze di Polizia Civili, la questione dell’articolo 54 del decreto del Presidente della Repubblica 1092 del 29 dicembre 1973.

Nel dettaglio, d’ora in avanti al personale che alla data del 31 dicembre 1995, aveva un’anzianità contributiva inferiore ai 18 anni, “effettivamente maturati”, si applica un’aliquota di rendimento più alta rispetto a quella che veniva applicata dall’INPS fino a oggi, ossia pari al 2,33% nei primi 15 anni e dell’1,8% dal 1° al 20° anno.

La Legge di Bilancio 2022 fissa un’aliquota del 2,44%.

Le reazioni

Manovra: sindacati polizia; luci ed ombre in testo, serve di piu’

“Il testo non ufficiale della Manovra diffuso presenta luci e ombre. Poche risorse su specificita’ e previdenza complementare che non soddisfano a pieno decine di migliaia di Poliziotti, Penitenziari e Vigili del Fuoco che da anni attendono risposte”. Lo dichiarano i segretari generali di Fsp Polizia – Es-Ls – Pnfd-Lisipo – Conspa – Mp, Valter Mazzetti, della Federazione Cosip Mospa, Domenico Pianese, e del SILP Cgil-Uil Polizia, Daniele Tissone. “Non e’ certo questo – spiegano – il grande risultato del testo non ufficiale della Legge di Bilancio 2022. Ci riserviamo, in ogni caso, di valutare i provvedimenti del Governo anche alla luce della relazione tecnica di accompagnamento”. “Pur ringraziando il ministro Lamorgese per la parziale affermazione del sacrosanto principio di allineamento delle pensioni tra professionisti della Sicurezza a parita’ di retribuzioni percepite durante il servizio – proseguono Mazzetti, Pianese e Tissone – dobbiamo chiederle di impegnarsi insieme al Governo nel suo insieme affinche’ l’allineamento venga applicato con gli stessi tempi e modalita’ che l’Inps sta adottando per tutti i militari interessati e che le misure compensative della mancata istituzione della previdenza complementare riguardino tutto il personale interessato, senza eccezioni, ma anche affinche’ si provveda ad introdurre nel testo definitivo necessari stanziamenti per garantire la tutela legale, una giusta copertura sanitaria, l’incremento delle indennita’ operative i cui compensi risalgono a ben 19 anni addietro e nondimeno l’attribuzione di compensi per il lavoro straordinario equiparati, nelle modalita’ di calcolo, a quelli di tutti gli altri dipendenti pubblici. Le sperequazioni vanno sanate e non ne vanno introdotte altre”.

LEGGE DI BILANCIO 2022: ALTRA “BEFFA” PER I FINANZIERI

“Al di là delle molto esigue risorse da destinare alla previdenza di tutto il comparto,per i finanzieri questa legge di bilancio non prevede nulla ed ha il sapore della beffa!”.

Lo afferma il SILF, Sindacato Lavoratori Finanzieri.

“Infatti, prosegue il comunicato, mentre dalla Commissione Difesa del Senato prendiamo consapevolezza che, per colpa delle “stellette”, i diritti sindacali dei finanzieri sono destinati a rimanere irragionevolmente monchi rispetto a quello dei cugini poliziotti civili, apprendiamo che i vantaggi economici previdenziali appena (ri)conquistati dai militari (art. 54 d.p.r. 1092 del 1973) vengono estesi anche ai cugini civili.

Ora, se la specificità è essere caratterizzata da limitazioni di diritti che vanno compensate da speculari vantaggi economici e/o previdenziali, qualcosa non torna! Visto che il finanziere, pur non svolgendo compiti di difesa, è costretto a subire tutte le pesanti limitazioni pensate per le Forze Armate e riceve in cambio vantaggi economici e previdenziali uguale o minori rispetto ai poliziotti civili. Una situazione ormai insopportabile!

Se a questo aggiungiamo le pessime indiscrezioni che filtrano dalla trattativa sul rinnovo del contratto, dove le richieste dei finanzieri sembrano essere state “schiacciate” da quelle della Difesa, appare sin troppo evidente come la rigidità dell’ordinamento e dell’ambiente militare e la conseguente assenza del sindacato stiano divenendo sempre più fattori di penalizzazione per i finanzieri”.

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