La Difesa in cerca di militari: il progetto di arruolare giovani migranti in cambio della cittadinanza
Una proposta controversa che sta facendo discutere: arruolare migranti regolari nelle Forze Armate italiane in cambio del rilascio della cittadinanza. È questa l’idea al vaglio del Ministero della Difesa guidato da Guido Crosetto, secondo quanto riportato in esclusiva da alcuni organi di stampa.
I dettagli del progetto
L’iniziativa, se effettivamente realizzata, permetterebbe di reclutare un numero limitato di giovani stranieri residenti in Italia, con una buona padronanza della lingua italiana e interessati ad ottenere la cittadinanza come premio al termine del servizio militare. Si tratterebbe principalmente di contratti a tempo determinato, della durata di uno o più anni.
La notizia ha suscitato non poche polemiche, con paragoni alla celebre Legione Straniera francese. Tuttavia, è bene sottolineare che al momento si tratta solo di un’ipotesi di cui si sta discutendo negli uffici del Ministero della Difesa. Non ci sono conferme ufficiali da parte del Ministro Crosetto, che non si è ancora espresso in merito.
Qualora il progetto dovesse concretizzarsi, difficilmente porterà alla creazione di reparti composti unicamente da militari stranieri. Più probabilmente, un limitato numero di migranti regolari verrebbe integrato nelle normali unità militari, senza distinzioni o trattamenti di favore.
Ringiovanire le Forze Armate
L’idea nasce dall’esigenza di ringiovanire le Forze Armate italiane, il cui personale ha un’età media piuttosto avanzata.
La questione non riguarda i numeri complessivi delle Forze Armate, visto che con la legge 119/2022 sono stati bloccati i tagli agli organici previsti dalla riforma Di Paola del 2012. Attualmente l’effettivo tra Esercito, Aeronautica e Marina si attesta su circa 160 mila unità, ritenuto adeguato dagli Stati Maggiori.
Ciò che preoccupa è piuttosto l’età media elevata dei militari, soprattutto nell’Esercito, dove abbondano sottufficiali ultraquarantenni in servizio permanente. La volontà è quella di rinnovare la truppa con forze più giovani, dunque maggiormente addestrabili e pronte a essere schierate rapidamente in caso di necessità operative.
Da qui la proposta di aprire ai migranti, categoria mediamente più giovane della popolazione italiana e potenziale bacino per nuove reclute motivate a intraprendere la carriera militare. Un innesto di “linfa vitale” per ammodernare gli organici, piuttosto che un mero aumento dei numeri complessivi.
Da qui l’idea di aprire le porte anche a giovani migranti motivati e desiderosi di servire l’Italia, ottenendo in cambio un canale preferenziale per la concessione della cittadinanza. Una soluzione che permetterebbe di colmare i vuoti negli organici con forze fresche e completare l’addestramento militare di ragazzi stranieri perfettamente integrati nel nostro Paese.
L’iniziativa rientrerebbe nella più ampia volontà del Ministro Crosetto di disporre di Forze Armate efficaci e rapidamente proiettabili sul campo, in caso di necessità. Una “riserva addestrata” pronta ad entrare in azione qualora l’Italia si trovasse minacciata, secondo la visione più volte espressa dallo stesso Crosetto.
Limiti e criticità del progetto
L’iniziativa presenta alcune potenziali criticità, tra cui la possibile mancanza di coesione all’interno dei reparti che integrassero un numero consistente di militari stranieri. Inoltre, i migranti potrebbero non sempre possedere le necessarie competenze linguistiche e professionali richieste dalle Forze Armate.
Infine, il progetto rischia di attirare solo soggetti interessati alla cittadinanza più che alla carriera militare, con impegno e motivazione non ottimali. Sarà necessario selezionare con attenzione i profili più idonei.
Differenze con la Legione Straniera francese
A differenza della Legione Straniera d’oltralpe, composta interamente da militari stranieri, in Italia i migranti verrebbero integrati in piccoli numeri nelle normali unità militari, senza creare reparti ad hoc. (clicca qui per leggere speciale sulla legione straniera → Link Legione Straniera)
Inoltre, mentre la Legione accetta soldati da qualsiasi Paese, il progetto italiano riguarderebbe solo giovani migranti già residenti in Italia, quindi almeno parzialmente integrati nel tessuto sociale.
Uno degli aspetti comuni è invece la promessa di concedere la cittadinanza come ricompensa al termine del servizio militare.
Alla ricerca di figure professionali
Oltre all’arruolamento di migranti, sono allo studio nuove norme per facilitare l’ingresso nelle Forze Armate di figure professionali necessarie alla guerra moderna, come hacker ed esperti di cybersicurezza. Un modo per rendere l’apparato militare italiano più moderno ed efficace.
La proposta di reclutare migranti non è priva di rischi politici per il Governo Meloni, vista la storica contrarietà di Fratelli d’Italia allo Ius Soli. Tuttavia, difficilmente l’iniziativa riguarderebbe un numero tale di stranieri da modificare gli equilibri all’interno delle caserme.
Piuttosto, potrebbe trattarsi di un esperimento controllato, utile per testare la fattibilità e l’impatto di una simile apertura nelle file dell’Esercito italiano. Un passo importante nel percorso di una maggiore integrazione della popolazione migrante nel tessuto sociale del nostro Paese.
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