La Cassazione ridefinisce le ferie: devono essere retribuite come il lavoro ordinario
(di Avv. Umberto Lanzo)
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25840 del 27 settembre 2024, ha ribadito un importante principio in materia di diritto del lavoro: la retribuzione percepita dal lavoratore durante le ferie deve comprendere tutte le voci corrisposte nei periodi di normale servizio.
Il caso esaminato
La vicenda giudiziaria ha avuto origine dal ricorso di un lavoratore che chiedeva il pagamento di differenze retributive relative alle ferie godute tra il 2016 e il 2021. Il dipendente lamentava di non aver percepito, durante i periodi di ferie, una retribuzione equiparabile a quella corrisposta nei periodi di servizio, in quanto non erano state incluse l’indennità perequativa, l’indennità compensativa e il ticket-mensa.
La decisione della Corte d’Appello
La Corte d’Appello di Napoli aveva accolto la domanda del lavoratore, ritenendo che le indennità in questione fossero correlate agli obblighi connessi alla natura dei compiti, delle funzioni e delle prestazioni svolte. I giudici di secondo grado avevano quindi stabilito che tali voci retributive dovessero essere incluse anche nella retribuzione feriale.
La conferma della Cassazione
La Suprema Corte, nel respingere il ricorso proposto dalla società datrice di lavoro, ha confermato la decisione della Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno ribadito che la retribuzione dovuta durante le ferie annuali, secondo l’interpretazione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, deve comprendere qualsiasi importo pecuniario collegato all’esecuzione delle mansioni e correlato allo status personale e professionale del lavoratore.
Il principio di effettività del diritto alle ferie
La Cassazione ha sottolineato che una diminuzione della retribuzione ordinaria durante i periodi feriali potrebbe dissuadere il lavoratore dall’esercitare il proprio diritto alle ferie. Questo sarebbe incompatibile con gli obiettivi del legislatore europeo, che mira ad assicurare ai lavoratori il beneficio di un riposo effettivo, anche a tutela della loro salute e sicurezza.
Possibili effetti per il Comparto Sicurezza e Difesa
Questa sentenza della Cassazione, pur non riguardando direttamente il pubblico impiego, potrebbe aprire nuovi scenari per il comparto sicurezza e difesa. Gli operatori del settore, spesso soggetti a turni irregolari e indennità specifiche, potrebbero vedere in questa giurisprudenza un’opportunità per rivendicare una più equa retribuzione durante i periodi di ferie.
Il principio di equiparabilità tra retribuzione feriale e ordinaria potrebbe diventare un punto di riferimento nelle future contrattazioni sindacali del comparto. Sebbene l’applicazione non sia automatica, questa sentenza potrebbe fungere da catalizzatore per una revisione delle politiche retributive, mirando a garantire un riposo effettivo e retribuito in linea con le responsabilità e i rischi affrontati quotidianamente.
In un settore dove il benessere del personale è determinante per l’efficienza operativa, questa evoluzione giurisprudenziale potrebbe paradossalmente rafforzare non solo i diritti dei lavoratori, ma anche l’efficacia complessiva del sistema sicurezza e difesa.
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