Esteri

Intelligence inglese lancia l’allarme: Teheran avanza nell’ombra, ma il Regno Unito resta impreparato


Una minaccia a tutto campo: l’Iran sotto accusa a Westminster

L’Iran non è solo un attore regionale turbolento, ma una minaccia crescente e diversificata per la sicurezza nazionale britannica. Lo afferma con chiarezza il rapporto pubblicato giovedì dal Comitato parlamentare sull’Intelligence e la Sicurezza, in cui si sottolinea come, pur non avendo la portata geopolitica di Russia o Cina, Teheran stia rapidamente guadagnando terreno come attore ostile.

«L’Iran è presente su tutto lo spettro delle minacce di cui dobbiamo preoccuparci», ha dichiarato il deputato Kevan Jones, presidente del Comitato.

Dalla sorveglianza elettronica agli attacchi fisici, dallo spionaggio alle minacce informatiche, fino ai tentativi di influenzare la politica britannica e sviluppare armi nucleari, il quadro tracciato è allarmante.


Politica estera miope: Londra concentrata solo sul nucleare

Uno dei principali rimproveri mossi dal Comitato riguarda la strategia del governo britannico, ritenuta reattiva e limitata alla sola questione nucleare.

«Continuiamo a essere preoccupati che la politica del governo nei confronti dell’Iran sia stata focalizzata sulla gestione delle crisi e guidata principalmente dalle preoccupazioni sul programma nucleare iraniano, a scapito di altre questioni», afferma il rapporto.

Questa visione parziale rischia di far trascurare elementi ben più immediati e concreti, come le operazioni clandestine in suolo britannico, gli attacchi a dissidenti e la propaganda attraverso reti di influenza politica.


Londra sotto attacco: tentati rapimenti e aggressioni sul suolo britannico

Non si tratta solo di minacce teoriche: secondo quanto rivelato nel rapporto, dal gennaio 2022 i servizi britannici hanno sventato almeno 20 complotti iraniani per rapire o assassinare dissidenti e cittadini britannici. Lo ha confermato il direttore del MI5, che ha evidenziato una escalation delle operazioni ostili iraniane in territorio britannico.

A marzo, il governo ha imposto nuove misure di trasparenza per le attività politiche legate all’Iran, evidenziando la crescente preoccupazione per le influenze straniere mascherate.


Violenza mirata contro giornalisti e dissidenti

Tra i casi più gravi citati dal Comitato, quello di una giornalista di un’emittente persiana con sede a Londra, accoltellata da due cittadini rumeni nel dicembre scorso. Solo il mese scorso, tre uomini iraniani sono stati incriminati per aver collaborato con i servizi segreti di Teheran e aver pianificato atti di violenza contro la stampa.

Secondo i servizi di sicurezza, Teheran si affida a reti criminali e intermediari per condurre le proprie operazioni, rendendo più difficile tracciare la catena di comando.


La questione delle Guardie della Rivoluzione Islamica

Un punto chiave del rapporto riguarda la proposta di inserire il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) nella lista delle organizzazioni proscritte nel Regno Unito. Nonostante le pressioni di alcuni parlamentari, il governo non ha ancora preso una decisione definitiva.

Questa unità paramilitare d’élite del regime iraniano, già riconosciuta come organizzazione terroristica dagli Stati Uniti, è ritenuta centrale nelle operazioni ostili portate avanti all’estero, inclusa la Gran Bretagna.


La replica dell’Iran: «accuse ostili e infondate»

Immediata la risposta dell’ambasciata iraniana a Londra, che ha bollato il rapporto come un insieme di

«accuse infondate, politicamente motivate e ostili».

La nota prosegue accusando il Regno Unito di alimentare tensioni inutili e di minare le norme diplomatiche internazionali, gettando ulteriore benzina sul fuoco delle già fragili relazioni bilaterali.


Il Regno Unito al bivio

Il rapporto del Comitato sull’Intelligence e la Sicurezza è un campanello d’allarme che il governo britannico non può più ignorare. Se l’approccio emergenziale e nucleare-centrico continuerà a prevalere, il rischio è quello di lasciare Londra esposta a minacce sempre più sofisticate e letali.

La valutazione delle minacce iraniane non è più un esercizio teorico, ma una priorità di sicurezza nazionale che impone scelte politiche coraggiose e misure concrete.


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