Politica

“Inaccettabile”: la parola magica del governo che non risolve nulla

Le dichiarazioni dei ministri Crosetto e Piantedosi sull’aggressione al carabiniere a Locorotondo suonano come un disco rotto. “Inaccettabile”, “grave”, “vile”, “da condannare fermamente”. Parole forti, certo, ma vuote se non seguite da azioni concrete. E qui sta il punto: cosa intendono fare, concretamente, i membri di questo governo per affrontare il problema?

Ministri o commentatori? Il dilemma dell’azione mancata

Guido Crosetto, ministro della Difesa, tuona su X (ex Twitter) contro il “senso di impunità” degli aggressori, invocando una risposta “con durezza e fermezza”. Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, parla di “violenza assolutamente inaccettabile” che “non deve rimanere senza conseguenze”. Belle parole, non c’è dubbio. Ma ricordiamoci che Crosetto e Piantedosi non sono commentatori da bar o opinionisti televisivi. Sono ministri in carica di un governo che ha il potere di agire.

Dalle parole ai fatti: il grande assente nel dibattito

È fin troppo facile condannare a parole un’aggressione. È il minimo che ci si aspetta da un rappresentante delle istituzioni. Ma la vera domanda è: dopo aver espresso la propria indignazione, quali misure concrete propongono per proteggere le forze dell’ordine e rafforzare il rispetto per lo Stato che rappresentano?

Crosetto parla di “applicare la legge con durezza”. Ma non specifica come. Propone modifiche legislative? Nuovi protocolli operativi? Maggiori risorse per le forze dell’ordine? Il silenzio su questi aspetti è assordante.

Piantedosi afferma che l’aggressione “non deve rimanere senza conseguenze”. D’accordo, ma quali? Ad oggi l’unica certezza è che l’aggressore è stato denunciato in stato di libertà dopo aver seminato il panico nel paese e picchiato brutalmente un carabiniere.

L’eredità dell’opposizione: quando condannare non basta più

L’impressione è che, chi sia al governo (di qualsiasi colore politico) sia rimasto bloccato in una mentalità da opposizione, dove basta criticare e condannare senza dover proporre soluzioni concrete. Ma ora sono alla guida del paese. Hanno il potere e la responsabilità di agire, non solo di commentare.

Locorotondo: un sintomo, non un’eccezione

Il caso di Locorotondo, purtroppo, non è isolato. Le aggressioni alle forze dell’ordine sono un problema serio e ricorrente. Servono risposte strutturali, non semplici dichiarazioni di condanna. Servono investimenti in formazione, in equipaggiamento, in strategie di de-escalation. Serve un piano complessivo per ricostruire un rapporto di fiducia tra cittadini e forze dell’ordine.

Il paradosso del potere: avere gli strumenti e non usarli

Invece, ci troviamo di fronte a ministri che sembrano più interessati a mostrarsi indignati sui social che a elaborare politiche efficaci. La retorica della “tolleranza zero” e della “fermezza” può funzionare in campagna elettorale, ma una volta al governo servono azioni concrete, non slogan.

È tempo che Crosetto, Piantedosi e l’intero esecutivo capiscano che governare significa più che esprimere sdegno. Significa proporre soluzioni, attuare riforme, assumersi la responsabilità di decisioni difficili. L’inaccettabilità di un’aggressione è evidente a tutti. Ciò che i cittadini si aspettano da chi li governa sono risposte, non ovvietà.

Il rischio, altrimenti, è che queste dichiarazioni diventino un rituale vuoto, una sorta di mantra che si ripete ad ogni episodio di violenza, senza che nulla cambi realmente. E questo sì che sarebbe davvero inaccettabile.

Infodifesa è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).

Cosa aspetti?

Al costo di meno di un caffè al mese potrai leggere le nostre notizie senza gli spazi pubblicitari ed accedere a contenuti premium riservati agli abbonati – CLICCA QUI PER ABBONARTI

error: ll Contenuto è protetto