Sindacati Militari

“In ambito Difesa tutto è peggiorato. Se Crosetto si dimette organizziamo una festa. Il tempo della pazienza è scaduto”. ITAMIL Esercito ha deciso di non firmare il contratto

ITAMIL ESERCITO, il principale sindacato del comparto difesa, ha annunciato oggi il suo rifiuto di firmare il nuovo contratto proposto dal Governo. In un comunicato dettagliato, l’organizzazione ha espresso forti critiche alla proposta, definendola “un taglio strutturale degli stipendi dei dipendenti statali più corposo degli ultimi 30 anni”.

“Non siamo sudditi dei politici, dell’ideologia e del Palazzo,” afferma il sindacato, sottolineando la sua determinazione a “difendere la dignità e i diritti di ogni militare, di ogni ordine e grado.”

Un Sistema Economico Ingiusto contro il ceto medio.

Il comunicato denuncia un sistema economico che favorisce le classi più abbienti a scapito dei lavoratori militari. Il piano economico sui contratti è da mesi chiaramente orientato a favorire le classi economiche più elevate: banche, liberi professionisti, grosse imprese e l’industria bellica e del calcio ITAMIL ESERCITO critica duramente l’adeguamento salariale proposto: “L’adeguamento all’inflazione sarà solo del 5.5% contro il 17% di inflazione per i tre anni 22-24, una cifra ridicola che non copre neanche lontanamente il costo della vita.”

La Verità è Chiara “una miseria di soldi in arrivo”.

Il sindacato fornisce un esempio concreto: “Un militare che nel 2022 percepiva uno stipendio di 2000 euro, a gennaio 2025 vedrà il proprio salario aumentare di soli 110 euro, arrivando a 2110 euro.” Questo contrasta nettamente con la situazione dei pensionati militari, che beneficiano di un pieno adeguamento al costo della vita.

ITAMIL ESERCITO annuncia inoltre di avere “già pronti tre ricorsi per chiedere i danni per il mancato adeguamento degli stipendi al costo della vita, per le regole sui trasferimenti non conformi alle leggi, e in difesa dei volontari che rischiano di restare senza lavoro a conclusione della loro rafferma.”

Tutela Legale

Il sindacato solleva anche la questione dell’esclusione dei militari dal ddl per la tutela legale. “Non ci fermeremo qui,” afferma ITAMIL ESERCITO. “Bloccheremo, tramite vie legali, eventuali fondi della difesa destinati alla tutela legale per i carabinieri, se siamo stati esclusi trovino i fondi altrove.”

Il comunicato tocca anche altre questioni critiche, come l’esclusione dei militari dal ddl per la tutela legale e il ridimensionamento dell’Esercito. “L’Esercito è ridotto a 90 mila soldati,” afferma il sindacato, “è un Esercito invecchiato, con personale non professionalmente ed economicamente motivato, infrastrutture obsolete, mancanza di alloggi, risorse inadeguate per gli straordinari e problemi per la movimentazione del personale.”

ITAMIL ESERCITO propone una riorganizzazione delle forze di sicurezza, suggerendo di “aumentare di 30 mila unità i militari, unificare le forze di polizia attraverso la smilitarizzazione dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, e creare la Military Police.”

“Orfani di un Ministro attento”: Critiche alla gestione del Ministero della Difesa

Il sindacato conclude con una critica diretta alla gestione del Ministero della Difesa: “Siamo orfani di un Ministro attento alle esigenze del personale.” E aggiunge: “Se il ‘Ministro della Difesa’ decidesse per ipotesi di dimettersi, non ci dispiacerebbe affatto. Anzi, potremmo organizzare una bella festa per celebrare un nuovo inizio.”

Il comunicato si chiude con un appello al cambiamento: “Per il bene del nostro Esercito e per il rispetto che è dovuto a chi serve il Paese, è ora di cambiare rotta.”

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