La chiusura degli uffici non risponde a logiche di razionalizzazione ma è conseguenza del taglio agli organici. Sono stati POTATI 18.000 poliziotti dalla spending review mettendo al collasso operativo gli uffici che possono riprendere funzionalità recuperando uomini dalle chiusure. E’ quanto riporta il sito del sindacato Autonomo di Polizia.
“Per rendere digeribile il progetto all’opinione pubblica e ammortizzare le reazioni la maxi chiusura di 300 uffici è stata spacchettata in più step ma il SAP non ci sta.
Il metodo “Lauro” è fallito ed è stato bocciato dagli elettori, la gente non vuole gli 80€ farlocchi, i 500€ ai diciottenni o i soccorsi miliardari alle banche scialacquatrici ma servizi e sicurezza.”
L’emorragia di agenti della polizia postale parte dal Centro Italia – scrive Silvia Mancinelli per il Tempo – e si espande senza discriminazioni al Nord e al Sud dove, a Vibo Valentia, non è rimasto che chiudere l’ufficio. A Ravenna da dieci che erano, sono rimasti in tre, due dal prossimo mese. Come pure a Vercelli, a Sondrio, a Matera, a Ragusa. Del resto dei novecentoventi poliziotti impegnati a prevenire e combattere i reati sul web nel 2010, ad oggi ne sono rimasti seicentotre. Trecentodiciassette in meno, nonostante l’aumento esponenziale del cyberbullismo che continua a mietere vittime tra giovanissimi e non solo.
«L’allora Presidente del Consiglio Renzi proclamò lo stanziamento di 150 milioni di euro da destinare al cybersecurity – commenta Gianni Tonelli, segretario generale del Sap – con lo scopo di potenziare la lotta al terrorismo islamico, senza che siano state date indicazioni sul modo in cui dovevano essere spesi questi fondi e quale ente avrebbe gestito la spesa. È programmata la chiusura di tutte le Sezioni Provinciali della Specialità, ad esclusione delle città capoluogo di provincia sede di Procura distrettuale Antimafia (Brescia, L’Aquila,Caltanissetta, Lecce, Messina, Salerno). Un taglio di oltre settanta uffici da attuarsi con la strategia dello spacchettamento.
Il personale viene tagliato al punto da portare all’asfissia il presidio, impossibilitato a lavorare e costretto ad arrendersi alla sua chiusura». Così alla Polizia Ferroviaria nelle Marche, Umbria e Abruzzo con due sole unità come in Sardegna. Appena un agente in più a Reggio Emilia, in Sicilia e in Toscana. Reparti da accorpare, per consentire una gestione più razionale delle risorse umane, e addirittura tredici chiudere, poi, alla Polizia Stradale.