Il generale Nistri: “È morto per tutelare i diritti di tutti, anche di una persona arrestata”. Conte sulla foto del ragazzo bendato: “E’ un reato, ma l’Arma ha trovato i colpevoli”
Si sono svolti a Somma Vesuviana i funerali di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma.
La chiesa è la stessa dove Rega un mese e mezzo fa aveva sposato la fidanzata Rosa Maria. Sulla bara, la foto del matrimonio e una maglia del Napoli, di cui Mario era appassionato tifoso.
Ha presieduto la concelebrazione l’arcivescovo Santo Marcianò, Ordinario militare per l’Italia. Il feretro è entrato in chiesa salutato da un lungo applauso, portato a spalla da 6 carabinieri, scortati da 4 colleghi in alta uniforme.
“Se è concesso al comandante generale in questo momento fare delle richieste vorrei che si trasformassero in due parole: rispetto e riconoscenza. Il cuore di Mario è stato trafitto da 11 coltellate, è bene che noi tutti si eviti la dodicesima coltellata, serve rispetto. Giusti i dibattiti, sono legittimi, ma teniamoli lontani, non oggi, e i toni non siano la dodicesima coltellata”, ha detto da parte sua il comandante generale dei carabinieri, Giovanni Nistri, prendendo la parola nella chiesa di Somma Vesuviana durante i funerali.
L’episodio, minimizzato dall’altro vicepremier, Matteo Salvini, è stato commentato anche dal premier Giuseppe Conte. “Non c’è nessun dubbio che la vittima di questa tragedia sia il nostro carabiniere, il nostro Mario. Invito tutti a considerare, tuttavia, che bene ha fatto l’Arma a individuare il responsabile di questo improprio trattamento e a disporre il suo immediato trasferimento”, provvedimento già disposto dai vertici dell’Arma. Il presidente del Consiglio ha poi chiarito: “Riservare quel trattamento a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati. Parimenti censurabile è il comportamento di chi ha diffuso la foto via social in spregio delle più elementari regole sulla tutela della privacy”.