Il generale Masiello: “Se si va in guerra non combatte solo l’Esercito, ma l’Italia intera. Deve diventare una forza amata dagli italiani”
Nel nuovo episodio di State Sicuri, il video podcast di Adnkronos condotto da Giorgio Rutelli, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, ha lanciato un messaggio forte: l’Esercito italiano deve cambiare radicalmente, diventare sempre più tecnologico, operativo e vicino ai cittadini. “Vorrei che l’Esercito fosse non solo una forza armata, ma anche una forza amata dagli italiani.”
Uno scenario globale instabile: tre guerre in Ucraina
Masiello ha inquadrato l’attuale contesto internazionale: “Viviamo immersi in due conflitti vicini, quello in Ucraina e quello in Medio Oriente, ma i punti di tensione nel mondo sono molti di più: dall’Indo-Pacifico all’Africa, dall’Artico all’Europa orientale.”
Secondo il generale, in Ucraina convivono tre guerre:
- La guerra delle trincee, che pensavamo superata.
- La guerra tecnologica, con l’impiego massiccio di droni.
- La guerra cognitiva, “la più insidiosa, che entra nelle nostre case, influenza opinioni pubbliche e politica. È la battaglia per le menti e riguarda tutti noi.”
Cultura della difesa: “Se si va in guerra, non è l’Esercito che combatte, è l’Italia”
Il generale ha sottolineato il rapporto critico tra cittadini e difesa nazionale: “Oggi solo un italiano su cinque sarebbe disposto a combattere per il proprio Paese.”
Ha richiamato la Costituzione: “La difesa della Patria è sacro dovere di ogni cittadino. Non dice che è un dovere dei soli militari.”
E ha citato un collega francese: “Attenzione, se si va in guerra non è l’esercito francese che combatte, è la Francia che combatte. Lo stesso vale per l’Italia: se mai ci trovassimo in quella situazione, sarebbe l’intero Paese a doversi assumere la responsabilità della difesa”.
Con una metafora efficace, ha spiegato il ruolo delle Forze Armate: “Nessuno vuole che la propria casa prenda fuoco, ma se accade vogliamo che i vigili del fuoco siano pronti. E se posso, mentre loro spengono l’incendio, anch’io prendo un secchio d’acqua. Così deve funzionare la difesa nazionale.”
Ma la vera svolta, per Masiello, è di carattere culturale: “La sfida più grande non è quella dei mezzi, ma quella della mentalità. L’Esercito deve essere tecnologico o non è. Per troppo tempo è stato considerato solo zaini e scarponi, oggi non è più accettabile. Dobbiamo cambiare rapidamente, perché il mondo cambia a una velocità mai vista prima”.
Il nuovo modello di Esercito: ritorno all’operatività
Dopo decenni di missioni di peacekeeping, la guerra in Ucraina ha riportato l’Esercito a confrontarsi con scenari convenzionali: “Stiamo tornando a parlare di carri armati, artiglieria, elicotteri armati e difesa contraerea.”
Ma la trasformazione, ribadisce Masiello, è soprattutto culturale: “La sfida non è nei mezzi, ma nella mentalità. L’Esercito deve essere tecnologico o non è. Non possiamo più restare indietro.”
Innovazione dall’alto e dal basso: “Meno burocrazia”, “Distanza zero” e “Un caffè col capo”
Per stimolare questo cambiamento, il Capo di Stato Maggiore ha lanciato iniziative inedite:
• menoburocrazia@esercito.difesa.it: una casella e-mail diretta al suo ufficio per raccogliere suggerimenti utili a semplificare procedure e ridurre le inefficienze.
• Distanza zero: un approccio diretto e orizzontale, che include un portale su cui tutti possono dare le proprie idee in tema di innovazione della forza armata,
• Un caffè col capo: incontri informali con giovani soldati sotto i quarant’anni, senza barriere gerarchiche, per discutere liberamente problemi e proposte.
“Le idee vengono dai più giovani. Bisogna imparare a sbagliare: senza la libertà di commettere errori non ci sarà mai innovazione. Il rischio è che la paura del giudizio tolga ossigeno al cambiamento”
Intelligenza artificiale e droni: la sfida del futuro
Grande attenzione è rivolta all’intelligenza artificiale, ormai integrata nelle scuole di formazione, nei sistemi di comando e persino negli armamenti. “L’AI salva vite, perché un robot può sostituire un soldato in compiti ad alto rischio.”
Il tema più urgente resta però quello dei droni: “La tecnologia cambia ogni pochi mesi, e l’unico modo per contrastare i droni è con altri droni. Sarà una lotta tra robot, supportata da guerra elettronica, missili e mitragliere.”
Industria della difesa: una sinergia indispensabile
Infine, Masiello ha evidenziato la collaborazione sempre più stretta con l’industria nazionale: “Non c’è più una barriera tra noi e loro. Definiamo requisiti, lavoriamo insieme, parliamo la stessa lingua.”
E ha citato esempi concreti: il nuovo fucile in dotazione e il prossimo elicottero d’attacco, frutti di un dialogo continuo. “È una sinergia che altri Paesi guardano con interesse.”
Un esercito amato dagli italiani
Il messaggio finale è chiaro e diretto: “Vorrei che l’Esercito fosse non solo una forza armata, ma una forza amata dagli italiani.”
Un appello che intreccia tecnologia, innovazione, cultura della difesa e responsabilità collettiva. Perché, come ha ricordato il generale, se un giorno l’Italia dovesse affrontare un conflitto, “non sarebbe l’Esercito a combattere da solo: sarebbe l’intera nazione.”
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